sabato 29 ottobre 2016

Una grande soddisfazione... Infinity Mon Amour Life Is Now

Lui è Infinity Mon Amour Life Is Now uno dei nostri più grandi capolavori.
Pomerania maschio figlio di Lovely Sunshine Monamour Della Renard Gris e Odino Mon Amour.

Grazie sempre ai proprietari per la fiducia e per l'Amore che provano per Life!!!

Ps. Sezionare, allevare non è accoppiare 2 cani e basta ma è frutto di studio della genetica, degli avi della coppia.
Tutti sono in grado di dire "io sono allevatore"... Dimostrarlo è più difficile.

Complimenti Life sei spettacolare e non hai neanche 2 anni, aspettiamo con ansia la tua ulteriore meravigliosa metamorfosi.

venerdì 28 ottobre 2016

IL CARLINO E LE SUE MALATTIE

E' mia premura avendo avuto una carlina nera e una fulva provenienti da allevamenti diversi spiegare perchè è bene assicurarsi prima di acquistare un carlino che i genitori e tutto l'allevamento siano esenti da tali malattie.
Suggerisco un allevamento siciliano che è esente da tali tare genetiche.

 I carlini di Imperial Stupor Mundi di Milena Luciano
Il carlino come tutti gli altri cani può soffrire di svariate malattie:Micosi: Sono tutte quelle malattie provocate da funghi, e muffe microscopiche, sono contagiose per il cane e per l'uomo, nella maggior parte dei casi sono curabili e spesso si manifestano con una perdita di pelo. ( Un esempio classico è la Tigna).Malattie congenite: Sono le malattie presenti alla nascita, che vengono causate da disturbi genetici o carenze nutrizionali della madre durante la gravidanza. Gli organi colpiti sono svariati, non sono contagiosi e possono essere più o meno gravi.Malattie ereditarie: Sono tutte quelle malattie causate da particolari geni presenti nei genitori ed ereditati dal cucciolo; Possono manifestarsi alla nascita o successivamente, il cane colpito trasmetterà a sua volta la stessa patologia ai propri cuccioli, tra le più conosciute c'è la displasia dell'anca, l'emofilia e la rogna demodettica.






La salute del carlino è spesso minacciata dalle allergie cutanee di vario genere, che colpiscono sopratutto i cuccioli. Una malattia che colpisce il pelo del carlino è la Rogna rossa o Demodex (ROGNA DEMODETTICA):Si tratta di una malattia provocata da un acaro parassita chiamato Demodex canis.
Il Demodex vive principalmente nel follicolo pilifero dove si riproduce e causa la caduta del pelo. Non è una malattia contagiosa nè per l'uomo nè per gli altri animali. Il contagio avviene solo nei primi 2-3 giorni di vita del cucciolo carlino durante l'allattamento, per contatto diretto con la madre portatrice della malattia: infatti è visibile sul muso dei cuccioli già a 16 ore di vita. I cuccioli nati per parto cesareo da madri infestate e allontanati subito non contraggono la malattia.
Il parassita può essere presente in numero ridotto nella pelle di molti cani sani, senza per questo dare origine alla malattia. Tuttavia, in alcuni soggetti si moltiplica a dismisura dando la tipica sintomatologia: piccole pustole, arrossamento cutaneo, desquamazione, diradamento del pelo (prima compare sulla testa, sul collo e sui gomiti, poi si estende agli arti e alle zampe).
Si stanno ancora studiando le cause scatenanti di questa malattia; tuttavia sembra ormai accertato che esiste una predisposizione ereditaria legata a questa razza (come a molte altre razze a pelo corto – ad esempio bulldog, boxer, dalmata, bassotto, collie, beagle, pastore tedesco. sharpei ed altri), così come è constatato che alcuni fattori stressanti o debilitanti (generalmente legati all’età puberale) agiscono sul sistema immunitario abbassandone le difese e favorendo la proliferazione dell'acaro parassita affetto da rogna rossa.
La salute del carlino può essere danneggiata anche dalla lussazione mediale della rotula (LMR) è un’affezione, riscontrata nel pug, che si traduce con una posizione anormale della rotula che è in posizione mediale, fuori dalla troclea. La lussazione può essere intermittente o permanente, riducibile o meno, a seconda del grado di gravità. I sintomi della LMR compaiono molto precocemente; possono essere assenti alla nascita, ma le cause anatomiche e funzionali responsabili sono già presenti:  è quindi considerata “congenita”. Inoltre, l’elevata frequenza riscontrati in alcune razze fa sì che questa affezione venga considerata “ereditaria”: farebbe parte delle 5 affezioni ereditarie più importanti del cane. Il meccanismo di trasmissione ereditario sarebbe di tipo autosomico recessivo o poligenico. Dato che lo studio mostra un rischio maggiore per le femmine, sono state formulate diverse ipotesi: un fattore ormonale, un carattere legato al cromosoma X o, meno verosimilmente, a un solo gene dominante legato al cromosoma X.
Gli animali debolmente colpiti camminano con gli arti posteriori leggermente piegati, dato che questa flessione si aggrava con la gravità della lussazione.
La rotula può trovarsi nella sua posizione anatomica, dato che raramente la lussazione avviene con una riduzione spontanea al momento dell’estensione; può anche essere lussata in permanenza, con possibilità o meno di riduzione, a seconda della gravità del caso.
Le lesioni legamentose hanno un’intensità variabile e interessano sia le strutture muscolo-capsulolegamentose dell’apparato estensore e della grassella, sia l’estremità distale del femore e l’estremità prossimale della tibia.
L’intensità variabile di queste lesioni porta a classificare  4 gradi di gravità crescente. Fra gli animali colpiti, si riscontrano 3 tipi di pazienti: i neonati e i cuccioli, che hanno un’andatura anormale da quando cominciano a camminare; presentano lesioni di grado terzo e quarto;
- i giovani adulti, colpiti da una lussazione di grado secondo o terzo, che manifestano zoppie intermittenti e che sono portati alla visita dato che le zoppie si aggravano;
- gli animali più vecchi, con una lussazione di grado primo o secondo, la cui zoppia, di comparsa improvvisa, è dovuta a un danno a carico di altre strutture articolari (legato al cattivo funzionamento articolare) o all’aggravamento di un dolore di un processo artrosico. La ricerca si effettua esaminando l’articolazione della grassella in estensione.
Nei gradi primo e secondo, se la rotula è al suo posto si ottiene la sua lussazione esercitando una pressione lateromediale; la riduzione si ottiene quando si mette l’articolazione in estensione, associando, se necessario, una leggera rotazione esterna della tibia.
In caso di grado terzo o quarto, la rotula lussata si reperisce mediante palpazione medialmente alla troclea. in questo caso, la riduzione, quando è possibile, è seguita rapidamente da una nuova lussazione. Pur non essendo indispensabile per formulare una diagnosi, l’esame radiografico permette di valutare l’importanza delle deformazioni ossee e l’intensità delle eventuali lesioni degenerative: a questo scopo sono sufficienti due lastre, una con un’incidenza caudo-craniale, l’altra con un’incidenza medio-laterale. La visione tangenziale del femore distale, difficile da effettuare, non è necessaria per valutare la profondità della troclea, che può essere giudicata attraverso la cute, con la rotula lussata, durante l’esame clinico, e, in modo più preciso, dopo apertura dell’articolazione. Le tecniche del trattamento riguardano sia gli elementi capsulo-legamentosi, sia gli elementi ossei dell’articolazione del ginocchio, e vengono classificate a seconda dell’obiettivo che cercano di raggiungere.
Gli studi retrospettivi riguardanti il trattamento permettono di trarre alcune regole terapeutiche:
- in assenza di zoppia, di grado I non devono obbligatoriamente essere operate, ma è meglio tenere sotto controllo un eventuale aggravamento;
- di grado 4, presenti in animali adulti, sono associate a gravi lesioni; il trattamento da adottare è indaginoso e difficile e, nella maggior parte dei casi, non permette di raggiungere un risultato funzionale migliore di quello iniziale;
- in tutti gli altri casi, l’intervento chirurgico deve essere effettuato il più precocemente possibile: un animale che presenta  grado 4 deve essere operato appena possibile, cioè appena l’anestesia e le tecniche scelte sono applicabili;
- l’analisi dei problemi funzionali e il loro trattamento deve permettere di evitare di applicare alla rotula eccessive costrizioni, che porterebbero a un eccesso di pressione sulla troclea, allo scopo di mantenerla nella sua posizione fisiologica;
in caso contrario, il risultato ottenuto non si mantiene nel tempo e questo insuccesso è accompagnato dalla comparsa o dall’aggravamento di lesioni degenerative di tipo artrosico.
Il trattamento chirurgico applicato permette di ottenere buoni risultati nei gradi 1, 2, e tre; in caso di grado 4, con gravi deformazioni ossee e soprattutto con un accorciamento del muscolo quadricipite, la prognosi funzionale è più incerta, ed è tanto più favorevole quanto più l’intervento viene eseguito su un animale giovane. La percentuale di buoni risultati, in studi che associano controlli clinici e radiografici, va dal 50 al 100%.
Infine il carlino può essere colpito anche dalla displasia dell'anca. Questa malattia è una patologia che interessa l'articolazione coxo-femorale: il termine, infatti, indica uno sviluppo alterato, una malformazione della testa del femore, che non si adatta in modo adeguato alla cavità del bacino preposta a contenerla (acetabolo). Ne consegue l'usura e l'erosione delle cartilagini articolari rendendo instabile la stessa articolazione e riportando un movimento scorretto del bacino, più o meno grave, da parte dell'animale. In seguito a questa condizione potrà verificarsi l'insorgere di artrosi deformante.
Questa patologia colpisce cani di qualsiasi razza, indipendentemente dal sesso, ma con un'incidenza maggiore per i cani di taglia grande. Le razze considerate più a rischio sono il Pastore Tedesco, il San. Bernardo, il Labrador, il Golden Retriever, il Rottweiler, i Bovari, i Mastiff, i Carlini, e molti altri, senza escludere tutti i cani incrociati con razze predisposte.
Le cause di questa malattia sembrano essere diverse ma la sua componente ereditaria pare costituire, ancora oggi, quella più influente: secondo alcuni studi pare ormai assodato che la displasia abbia carattere poligenico, cioè che dipenda dall'intervento di più geni e da diverse cause esterne quali ambientali, alimentari e traumatiche. Inoltre è una patologia con andamento recessivo, ciò conferma il fatto che non è sempre vero quando si dice che una coppia di cani non displasici potrà generare soltanto cuccioli sani, potrà saltare una generazione e ripresentarsi a quella successiva e la malattia potrà quindi manifestarsi anche in figli di genitori sanissimi, e viceversa.
Sintomi: la displasia ha esordio con una zoppia più o meno evidente a causa dell'attrito fra le due superfici articolari che provocano dolore. Prima di tutto il cane accuserà una zoppia saltuaria in particolar modo all'inizio dell'attività fisica, che andrà poi migliorando con il movimento. Nel tempo, con l'aggravarsi della situazione, la zoppia tenderà ad aumentare fin quando il cane sarà costretto a movimenti macchinosi e accompagnati da immensi sforzi per alzarsi e sdraiarsi a terra.Diagnosi: a parte la sintomatologia, alle volte fin troppo evidente, è necessario un esame radiologico delle articolazioni coxo-femorali per redigere una diagnosi certa. Il tutto va eseguito con il cane in anestesia generale per via della posizione scomoda e dolorosa (a causa della malattia) che dovrà assumere. La lastra, per avere validità legale (ovvero, per far si che il responso venga trascritto sul pedigree dell'animale), deve essere eseguita da un veterinario autorizzato che invierà, in seguito, le lastre alla centrale di lettura specializzata in questa patologia.Terapia: la terapia può essere di tipo medico – conservativo, basata cioè sulla somministrazione di antinfiammatori, controprotettori, agopuntura ecc. mirata a ridurre il dolore oppure di tipo chirurgico.

mercoledì 26 ottobre 2016

IL VERO E UNICO MODO DI TOELETTARE LO SPITZ/POMERANIA/NANO, PICCOLO, MEDIO etc

Premesso che lo spitz è noto per il suo fantastico pelo, le toelettature drastiche modificano anche la bellezza del cane, il pelo deve essere ordinato, non tranciato di netto e troppo angolato, il bello del loro pelo deve essere messo in risalto non modificato fino a cambiarne la bellezza!



 Da sinistra a destra prima e dopo
 Coulotte e zampe, il garretto deve essere bene in vista per mostrare il movimento corretto delle zampe posteriori, la gonna non deve coprire il garretto
 Zampe anteriori
 Zampe anteriori e posteriori
 Il collo, ordinato la criniera troppo lunga non mostrerebbe il movimento anteriore
 Orecchie TONDE
RISULTATO FINALE VISTO DA DIETRO, E' IMPORTANTE CHE SI NOTI BENE L'ATTACCATURA DELLA CODA

martedì 25 ottobre 2016

LA DENTATURA DEL CANE. Impariamo a conoscerne ogni aspetto. fonte Dr. Vet Franco Adinolfi

 esempio di denti definitivi e denti da latte ancora presenti in fase di ca,mbiamento
 esempio di doppi canini
esempio di dentatura scorretta tra il prognatismo e non



Il cucciolo nasce senza denti. Intorno alla 2°- 3° settimana ha inizio l’eruzione dei denti da latte che si completa intorno ai 55 giorni e permane fino a 100  giorni circa, ma anche oltre i 4 mesi nelle razze di piccola taglia. Abbiamo quindi a questa età la dentatura decidua che è composta da 28 denti: 6 incisivi, 2 canini e 6 premolari sia superiormente che inferiormente. 

                
A questo punto inizia l’eruzione dei denti definitivi  (14-15) settimane.  I primi denti definitivi sono i primi premolari,  quasi contemporaneamente ai primi incisivi superiori ed inferiori.  Lo sviluppo di questa seconda dentizione si completa fra i 6-7 mesi a seconda di razza e/o taglia, con l’eruzione di 42 denti. 6 incisivi – 2 canini – 8 premolari – 4 molari superiormente e 6 incisivi – 2 canini – 8 premolari – 6 molari inferiormente.
Le osservazioni che si possono fare sono quindi che vi è un periodo della vita del cane nella cui bocca coesistono sia denti da latte che denti definitivi, e che non tutti i denti hanno due generazioni, infatti i primi premolari e i molari erompono una sola volta come denti definitivi.

Una delle prime e frequenti problematiche a cui ci possiamo trovare di fronte interessa il periodo dell’eruzione dei denti definitivi a cui dovrebbe in contemporanea seguire la perdita dei denti da latte. Non sempre però il meccanismo di erosione delle radici dei denti decidui da parte degli odontoclasti funziona, con conseguente permanenza di questi, per cui si hanno doppie dentizioni e presenza di denti soprannumerari. Si  ha dunque  la cosiddetta polidonzia falsa, da non confondersi con la polidonzia vera che è la presenza di denti soprannumerari definitivi.
La persistenza di denti decidui, soprattutto di quella dei canini può portare in seguito a gravi problemi di occlusione, ed è per questo che è consigliabile una visita veterinaria di controllo in questo periodo della vita del cucciolo. Infatti spesso i canini da latte superiori persistenti spingono in avanti i definitivi impedendo il fisiologico alloggiamento dei canini definitivi inferiori fra il 3° incisivo e il canino superiore. 
Altre volte è persistenza del canino inferiore a causare lo stesso problema. 
Le conseguenze possono essere serie. La crescita verticale in direzione del palato può provocare addirittura necrosi ossea, con conseguente fistola oro-nasale e complicanze rinologiche. Il problema può essere monolaterale o bilaterale.
Inoltre la persistenza dei denti da latte favorisce l’accumulo di residui alimentari, con una riduzione delle condizioni igieniche che danno origine a gengiviti e stomatiti. E’ quindi strettamente necessario non appena ci si accorge che i denti da latte non vengono persi fisiologicamente ricorrere alla loro estrazione, che deve avvenire avendo cura che venga estratta l’intera radice.
Altra malocclusione, spesso bilaterale, che riscontriamo frequentemente in alcune razze (Shetland) la cui diagnosi precoce e un intervento ortodontico idoneo consente di risolvere è la deviazione rostrale del canino.

Così come la polidonzia si può avere il difetto inverso: l’ ipodonzia, cioè la mancanza di uno o più denti. Questo accade soprattutto in razza piccole, (spitz, yorkshire, bassotti, pinscher, ecc.) o brachicefale.
Più frequentemente si tratta della mancanza di denti che tendono a ridursi filogeneticamente, cioè i primi premolari e/o gli ultimi molari. Inutile dire che ovviamente questi soggetti devono essere esclusi dalla riproduzione.
Da ricordare è l’assenza del 4° Pm inferiore frequente nell’Irish Wolhound. Già dal 75° giorno può accertare radiologicamente la presenza o l’assenza dei denti definitivi.
Altre volte invece i denti sono presenti ma non erompono. Ci troviamo di fronte a denti ritenuti, nel caso non vi sia ostacolo apparente alla loro eruzione, o impattati quando invece questa è impedita da un ostacolo, quale
la persistenza della radice di un dente deciduo o uno spazio troppo ristretto. Rimosso l’ostacolo i denti impattati
sono liberi di erompere, e si sviluppano a seconda della tempestività com cui è avvenuto l’intervento,
spesso comunque non raggiungono la stessa lunghezza del dente erotto fisiologicamente.
Nei casi in cui l’eruzione non avvenga si può intervenire mobilizzandoli con tecniche di ortodonzia, 
specie se trattasi di denti importanti. Vi sono casi in cui invece  questi devono essere estratti.
Riscontriamo inoltre sovente anomalie di occlusione, dobbiamo distinguere quelle scheletriche, dove si ha un allungamento o un accorciamento di mandibola o mascella, da quelle dento-alveolari in cui si ha il mal posizionamento di uno o più denti. Una diagnosi precisa può essere confermata radiologicamente in proiezione latero-laterale: infatti nella normocclusione il punto apicale della mandibola si trova sulla stessa linea del punto apicale della mascella, inoltre le cuspidi degli incisivi inferiori occludono con la superficie palatina degli incisivi superiori (dentatura a forbice), e il canino inferiore è sito fra il terzo incisivo e il canino superiore. Nel prognatismo l’apice della mandibola è sito anteriormente all’apice della mascella, e in alcuni casi (boxer, pechinesi..) è caratteristica di razza.
Nell’enognatismo, sempre grave difetto,  l’apice della mandibola è sito posteriormente  all’apice della mascella.
Le cause che portano ad una eccessiva o ad una ritardata crescita di mandibola o mascella non sono del tutto chiare, (sicuramente importante la componente genetica),  mentre quelle quelle che possono influenzare l’occlusione dento-alveolare si possono principalmente ricondurre al ritardo della perdita del dente da latte che ostacola l’eruzione del definitivo,  alla mancanza di spazio (mandibole  o mascelle strette) o a danni alla gemma dentaria dovuti a traumi. Inoltre anche alcuni comportamenti come il giocare con le pietre o l’azzannare le sbarre della gabbia durante il periodo della dentizione possono influenzare negativamente l’occlusione.

LA TRUFFA DEI CUCCIOLI PHOTOSHOPPATI E DEI CUCCIOLI IN REGALO FATE ATTENZIONE!


ATTENZIONE!!!!!!vedete queste cuccioli in foto? ebbene NON ESISTONO! sono creati con PHOTOSHOP ! non cadete nella trappola!!!! questi sono cuccioli photoshoppati...se ne e' parlato tantissime volte... ci sono siti che mettono foto di cuccioli fatte con photoshop per attirare clientela... e dopo il cucciolo che prendi e' totalmente diverso da cio' che hai scelto... questi siti sono oggetto di controllo continuo da parte della polizia postale..ma purtroppo essendo in stati dove le leggi sono diverse dalle nostre possono solo mettere in guardia dalle truffe...perche' di TRUFFE si parla.... spesso queste foto sono accompagnate anche da annunci di regalo di cuccioli in cambio di soldi per il viaggio...altra truffa in cui sono cadute migliaia di persone...QUESTI CUCCIOLI NON ESISTONO.... esistono versioni nane o toy di alcune razze...ma MORFOLOGICAMENTE sono PER FORTUNA diverse da queste foto che presentano poveri mostri malformati!!!!! ATTENZIONE A QUESTI SITI CHE VI PROPONGONO CUCCIOLI SUPER MINI!!!!!!!LE FOTO PRESENTI NEL SITO SONO TUTTE RITOCCATE.... NON ESISTONO CANI COSI!!!!!e i cani troppo piccoli sono malati ed hanno mille problemi(e comunque non assomigliano nemmeno lontanamente a queste foto super ritoccate!!!!) gli americani si sono anche creati un club il Designer Dogs Kennel Club (DDKC) che crea uno spropositato numero di "ibridi"di razze canine vendute poi a prezzi esorbitanti... si possono persino scegliere i tipi di incroci che si desiderano...con conseguenze a volte davvero PERICOLOSE!  ATTENZIONE!!!!!!!!!!! NON CADETE NELLA RETE DELLE TRUFFE!!!!  

Non esistono gli Spitz “toy”! DI VALERIA ROSSI (In ricordo suo)

NON ESISTE LO SPITZ TOY, SEMI TOY, TEACUP, MINI, DA BORSETTA!!!



di VALERIA ROSSI – Ennesimo articolo sui microcani?
Ehhhh sì! 
Perché continuo a vedere in giro cose che mi fanno arricciare le orecchie: in particolare, in questi ultimi tempi, c’è una vera invasione di offerte di Spitz tedeschi nani (o volpini di Pomerania che dir si voglia) definiti “teacup”, “toy” e addirittura “minitoy”.
L’interesse per questa razza, che non ha mai avuto particolare successo e forse per questo era sempre rimasta in mano a veri amatori, è esploso di colpo grazie a una sciagurata concomitanza di fattori “modaioli”:
Il cane Boo, star di Internet (è un Pomeranian tosato, ma siccome sembra un peluche ha fatto innamorare millemila sciuremarie) e uno spot pubblicitario della Scottex.
Acceso l’interesse, c’è voluto pochissimo perché i cagnari partissero all’attacco: e ben conoscendo l’infame passionaccia delle Sciuremarie per i microcani, hanno cominciato a pubblicizzare a tutto spiano i “volpini di Pomerania toy”, gli “Spitz minitoy”, i “Volpini teacup” e tutto il solito cucuzzaro delle presunte razze mignon, che anche in questo caso NON E-SI-STO-NO!Lo spitz nano è uno e uno solo: è già piccolo di suo (da Standard: 20 cm di altezza, con una tolleranza di due centimetri in più o in meno) e non ha bisogno di miniaturizzazioni che, come sempre, significano problemi di salute (nanismo e patologie varie ad esso correlate).Anzi, lo Standard precisa proprio che “i soggetti sotto i 18 cm. non sono desiderabili“.E’ vero che in alcuni Paesi lo Spitz nano viene definito “Spitz toy”; ma non in Europa.Qui si chiama “Spitz tedesco nano”, oppure “Volpino di Pomerania”. Niente toy, niente mini, niente teacup.Di tutto questo, alle Sciuremarie non importa evidentemente una beatissima cippa, tant’è che troviamo perle come quella apparsa tempo fa su Yahoo answer, dove un’utente chiede:“Lo Spitz volpino di pomerania mini toy resta piccolo anche da adulto?”Ma no, tesoro! Un cane che viene definito “mini toy” diventa quasi immancabilmente grosso come un San Bernardo incrociato con un alano! Che domande fai?!?Niente male, tra le risposte, quella data da un’allevatrice.La trascrivo integralmente, perchè dice proprio tutto quello che c’è da dire:
Oh Signur, li ho sentiti chiamare in mille modi i miei cagnetti eh… “spitz di pomeraniaN, SPLITZ, volpini nani, volpini SPRITZ (giuro! “Salve… parlo con l’allevamento degli SPRITZ?” “No, signora, abbiamo solo Campari al momento…”) ma Spitz volpino di pomerania mini e pure toy mi mancava!Lo SPITZ TEDESCO NANO o VOLPINO DI POMERANIA o POMERANIAN è il più piccolo della famiglia degli spitz. Lo standard è: 18-22 cm di altezza al garrese da adulto, entro i 3 kg di peso.Non esistono toy. Non esistono mini.Al di sotto dei 18 cm non sono neanche accettati alle mostre, in quanto non possono essere in possesso di pedigree perché non rientrano nello standard.
Ti faccio notare che un cagnolino di 22 cm (e prendo l’altezza massima) è veramente minuscolo: io non so cosa tu intenda per piccolo, ma a 22 cm si parla veramente di cani piccoli, ma piccoli piccoli piccoli. Quindi, più di così… “mini toy” come dovrebbe essere sta povera creatura? Come un criceto?
Aggiungo solo un paio di cosette, con toni  meno diplomatici di quelli usati dall’allevatrice:
1 – Lo Standard non è una cosa fatta tanto per passare il tempo: lo Standard descrive il cane più funzionale possibile, e quindi, automaticamente, anche il più sano possibile. Se ne deduce che un cane sotto i 18 cm ha altissime possibilità di essere un cane malato;
2 – Per quale stracavolo di motivo vorreste un cane grosso come un criceto (cit.), nonostante abbia forti possibilità di vivere poco e male?
Lo volete perché così non si fa fatica a prenderlo in braccio? Ma i cani NON amano stare in braccio… tantomeno gli spitz, che non sono neppure cani da compagnia selezionati come tali (infatti stanno nel gruppo 5 e non nel gruppo 9): anzi, sono cani di tipo primitivo, molto dignitosi, equilibrati e robusti (anche nella versione nana).
Lo volete perché pensate di farlo pisciare in casa, nella cassetta come i gatti o sulla traversina?
O peggio ancora, di mettergli il pannolone? Ma questo è incompatibile con le caratteristiche etologiche del cane, quindi per la legge italiana è un maltrattamento fatto e finito. E lo so bene che non vi beccheranno mai, se il cane non mette mai il muso fuori di casa… ma voi non vi vergognate almeno un pochino?
Lo volete perché pensate che abbia meno esigenze di un cane grande? Sbagliato: i cani, enormi o piccoletti che siano, hanno tutti bisogno di cure, di attenzioni, di educazione e così via. Allora vorreste anche un figlio alto un metro e cinquanta, perché pensate che “dia meno fastidio” di uno alto uno e ottanta?Lo volete perché avete visto la star di turno col cagnolino minitoyteacup? E allora sappiate che la star di turno è un’imbecille, se ne ha comprato uno: ma se alla star di turno il cagnolino muore dopo due anni, la star mediamente pensa “oh, che peccato” e va a comprarsene un altro.Se muore a voi, ci fate una malattia.E allora, per favore, pensateci PRIMA e comprate solo cani perfettamente in Standard: piccoli, sì, ma almeno visibili ad occhi nudo.

venerdì 21 ottobre 2016

La prima pappa di Infinity Mon Amour Un Amore Così Grande

https://youtu.be/ciE9PBrRsrQ

Con piacere vi mostriamo la prima pappa della piccolina Sissy.
Pomerania femmina di Simona Caruana, figlia di Génève Monamour Della Renard Gris e Finally Pom Monamour.
Nata il 14-09-2016

giovedì 20 ottobre 2016

PEDIGREE RSR (ex LIR) / PEDIGREE ROI

C'è bisogno di chiarezza, tanta e quindi iniziamo a spiegare! Il pedigree ROI è il pedigree di cui sono forniti tutti i cani iscritti al libro genealogico contiene tutte le informazioni sugli antenati del proprio cane, genitori, nonni, bisnonni, trisnonni, titoli vari, displasie anca/gomito. Con questa tipologia di pedigree è possibile partecipare alle esposizioni riconosciute E.N.C.I., partecipare alle esposizioni estere, e se il cane merita di diventare campione italiano con la conferma da parte dell'F.C.I. (l'omologazione del campionato passa attraverso la Federazione cinofila internazionale) si otterrà il titolo di Campione Italiano. Nel caso di un pedigree RSR le cose sono diverse. Un cane iscritto al registro supplementare riconosciuti (poche razze hanno l'opportunità di presentarsi in esposizione senza pedigree in classe RSR ed essere giudicati IDONEI all'acquisizione di esso).Chiaramente il cane deve essere perfettamentamente in standard (previsto dall'E.N.C.I.), e deve avere tutte le caratteristiche descritte nello standard, caratteriali, fisiche etc. Otterrà un pedigree da CAPOSTIPITE totalmente vuoto, senza antenati, che permetterà ai discendenti di passare da pedigree RSR a pedigree ROI solo alla 4° generazione. In questo caso se si sarà stati in grado di selezionare correttamente i futuri accoppiamenti, esenti il più possibile da tare generiche, la quarta generazione sarà una nuova linea di sangue con pedigree ROI poichè sarà stato compilato totalmente il pedigree fino ai trisnonni ( quindi genitori, nonni, bisnonni e trisnonni).
Lo scopo dell'RSR è riconoscere una razza e portarne avanti la discendenza, selezionando nel modo più corretto ogni accoppiamento, evitando consanguineità, migliorando se necessario. Questa tipologia di cani con pedigree RSR non può essere venduta come "cane promettente" ma da compagnia, può partecipare a tutte le esposizioni E.N.-C.I. e può ottenere il titolo ufficiale di giovane campione o campione italiano. Non potrà partecipare alle esposizioni estere. Il figlio del cane che ha acquisito il pedigree avrà un pedigree di 2° generazione e così via. Chi invece acquista un cane senza pedigree per una cifra irrisoria e il cane per fortuna è in standard, lo presenta per l'acquisizione e poi non porta avanti la selezione ma ha fatto tutto ciò per dire "il mio cane ha il pedigree" è in errore. Lo scopo del pedigree RSR come scritto sopra è un altro.
Alessandra Rinaldi

TOELETTATURA QUOTIDIANA: Attrezzi e come usarli. Di Alessandra Rinaldi






- Un pettine di ferro con un lato stretto e uno più largo (vedi foto 1)
- Una spazzola con chiodi di ferro dritti senza capocchie tonde alla fine (vedi foto 2)
- Un piccolo cardatore (vedi foto 3)
- Una spazzola a setole morbide (vedi foto 4)

Iniziamo col precisare che non parliamo di grooming, ma solo di cura quotidiana facile da imparare.

Tutto ciò che viene spiegato chiaramente va intensificato nel periodo muta ricordando a tutti coloro che ci chiedono perché il cane perde tanto pelo in modo drastico ad esempio, che distinguiamo la muta da cucciolo dalla muta climatica.

La muta da cucciolo si presenta dai  3 /4 mesi di vita ai 6/7 dove avviene un totale cambio del pelo, alcuni spitz avranno una muta più drastica dovuta a tanti fattori, clima, linea di sangue,  altri avranno una muta meno drastica dove comunque il pelo si accorcia ma resteranno  abbastanza coperti, quella è muta che anch’essa dipende dal fattore climatico ma soprattutto dalla linea di sangue.

Dopo questa premessa iniziamo a spiegare l’utilizzo degli attrezzi, non è un corso di toelettatura quindi non nominerò le forbici.

Sin da cucciolo l’allevatore deve abituare il cane alla spazzola, in modo da agevolare la famiglia. I cani a pelo lungo sono quelli che riservano un pò più di attenzioni, quindi la spazzolatura deve essere possibilmente quotidiana, e vanno utilizzati tutti  gli strumenti, nella sequenza indicata.


Utilizziamo il piccolo cardatore (foto 3) (notare le dimensioni nella foto con la mano accanto), ottimo per tutto il corpo nella fase cucciolo/muta, procedendo zona per zona, in direzione della crescita del pelo, dalla cute verso l’esterno; si può anche iniziare dal collo e procedere via via verso la coda. Sostanzialmente è lo stesso, l’importante è dividere il pelo in piccole zone e spazzolare bene a fondo e non in maniera superficiale. Importantissimo da cuccioli retro orecchie, inguine, sotto ascelle sono i punti in cui maggiormente si formano i nodi, in queste zone utilizziamo anche il pettine(foto 1) s’è necessario e se ci fossero nodi tenere ben salda la parte iniziare del nodo quindi dove inizia il pelo alla cute e districarla col le dita poco per  volta, sarà più facile passare il pettine senza far male al nostro cucciolo.

Successivamente (non abbiate timore di far male al cane altrimenti glielo trasmetterete e sarà difficile riuscire a spazzolarlo), abbiamo una spazzola con i denti di ferro dritti senza capocchie (vedi foto 2), iniziare a spazzolare prima nel verso del pelo (usare un po’ di borotalco aiuterà) in modo da abituarlo gradualmente o in modo da continuare il lavoro che si spera l’allevatore abbia insegnato al vostro cucciolo, dal retro del cane verso la testa, quindi schiena, fianchi, cosce, coda, girare il cane e continuare con collo, pancia. Se non ci sono nodi possiamo usare il cardatore (foto 3) per spazzolare le zampe, a contro pelo (verso opposto alla crescita del pelo per volumizzare), così anche dietro le orecchie.

Una volta che il cane è abituato, consiglio un piccolo premio quando siete alle prime armi e non ne vuole sentire ma siete comunque riusciti a non infastidirlo, potete iniziare a spazzolare il vostro cane (dopo l’eventuale districazione nel verso in cui cresce il pelo se vi è la necessità) a contro pelo (senso opposto alla crescita) per volumizzare.

Spazzolate sempre zona per zona, non partite dalla coda per arrivare con un'unica spazzolata fino alla testa.

Quindi spazzolare per  volumizzare con la spazzola a setole morbide (foto 4) iniziando da dove preferite;Schiena a contro pelo;Cosce a pelo (nel verso in cui cresce il pelo, verso il basso)Coda nel verso in cui cresce il pelo, alzarla e spazzolare dalla base verso la punta
Collo a contro pelo
Dietro orecchie a contro pelo
Coulotte o gonna nel verso in cui cresce il pelo, verso il basso
Petto a contro a pelo
Pancia indifferente.

NON USARE FURMINETOR!!!!
Alessandra Rinaldi 

martedì 18 ottobre 2016

LA METAMORFOSI DELLO SPITZ/POMERANIA di Alessandra Rinaldi




Abbiamo mostrato la metamorfosi di Odino Monamour (maschio, pomerania, 20 cm al garrese peso 1,9 kg) e di 3 femmine di Pom/Spitz.
Oltre la prima muta, la muta che arriva tra i 3/4 mesi e termina tra i 6/7/8 mesi esistono le varie mute molto più blande periodiche ad esempio nel periodo più caldo dell'anno.
Le femmine oltre ad essere soggette alle mute post calore/accoppiamento o post parto subiscono spesso una muta maggiore rispetto al maschio.
Ricordiamo che la maturazione di un cane, qualunque razza avviene dai 2 anni ai 4 anni di età.

ALIMENTAZIONE: Breve cenno sull'alimentazione barf. (alimentazione casalinga)

Breve cenno sull'alimentazione barf. (alimentazione casalinga)Ricordiamo che esiste un gruppo cino_cibo per l'alimentazione casalinga.


Un esempio:
Vorrei cominciare a dare il cibo casalingo, di croccantini ne mangia pochi e non molto volentieri ....  ogni tanto ha assaporato qualcosa da tavola... cibo nostro.
La mia Dott.ssa ha parlato di pollo macinato riso tonno pesce manzotin ... 


Angela D'Auciello:
Per una dieta barf occorre studiare un pò, non è una dieta che va improvvisata, ci sono delle regole da rispettare, sia per quanto riguarda le proporzioni, sia per quanto riguarda i tipi di carne ed ossa da somministrare. È una dieta completamente a crudo, composta da carne, ossa, interiora e frutta verdura. È priva di cereali e carboidrati, ma c'é chi ne somministra una piccola quantità. Per quanto riguarda la casalinga quello che ti ha detto la tua veterinaria non va affatto bene, le scatolette sono da evitare, possono andar bene per una situazione di emergenza, ma non come abitudine. È importante che la dieta sia varia, ed è fondamentale cominciare per gradi, per eliminare subito gli alimenti che creano problemi, se ce ne sono. Si comincia con un alimento per volta, solitamente una proteina (es pollo), e lo si somministra per una settimana circa, poi si inserisce un nuovo alimento (es una verdura) e si va avanti in questa maniera, integrando man mano tutti gli alimenti. Possono mangiare tutti i tipi di carne o pesce (meglio pesci piccoli); 1 uovo a settimana, sia crudo che cotto; i latticini se tollerati possono essere un'ottima integrazione, quindi ricotta, yogurt bianco magro senza zucchero o zucchero d'uva, fiocchi di latte, o latte di capra, anche questi non più di un paio di volte a settimana; tutti i tipi di cereali, anche fioccati o soffiati; tutti i tipo di frutta tranne uva,uvetta e avocado; tutti i tipi di verdura, meglio se cruda frullata, (no melanzane, peperoni, cipolla, pomodori acerbi), da non dare spesso le crucifere (cavoli e famiglia), o le verdure a foglia verde che contengono acido ossalico (es spinaci ecc), vanno date perchè fanno benissimo, ma un paio di volte al mese; ancora vanno benissimo patate, pasta, frutta secca non salata (senza esagerare), semi di ogni genere, spezie (es curcuma, zenzero, prezzemolo, rosmarino ecc), aglio che è un vermifugo naturale e un potente antibatterico (1 spicchio piccolo ogni 10 kg di peso a settimana)...ti consiglio di cominciare con il 4% del suo peso corporeo, suddividendo la quantità ottenuta in 70 % proteine, 15-20 % verdure e frutta, 10-15 % carboidrati o cereali. Man mano aggiusti la quantità in base al tuo piccolo.
Grazie Angela D'Auciello 

LE TARE GENETICHE CONOSCIAMOLE - LUSSAZIONE DELLA ROTULA tutto quello che c'e' da sapere.

LA CAUSA  della lussazione della rotula E' GENETICA QUINDI TUTTI I CANI CHE HANNO QUESTO PROBLEMA NON VANNO ASSOLUTAMENTE ACCOPPIATI !!!!
Che cos'è la lussazione rotulea?E’ importante premettere che la displasia del ginocchio è una patologia congenita ed ereditaria:– congenita perché le modificazioni che in seguito porteranno il cane a manifestare una sintomatologia sono già presenti, seppur in minima parte, già alla nascita e non sono riconducibili a cause traumatiche;– ereditaria perché la patologia, se presente nei genitori, è trasmissibile ai cuccioli.
La rotula si muove in senso prossimo-distale e viceversa all'interno del solco trocleare del femore, durante la flessione e l'estensione del ginocchio.In alcuni cani può lussare (dislocarsi) al di fuori della sua normale sede, il solco trocleare.La conseguenza di cio' è l'incapacità dell'animale di estendere normalmente il ginocchio.Ci sono vari gradi di lussazione e varie cause (congenite, traumatiche,...) e ci sono anche vari gradi di dolore e di osteoartrosi legati a questa patologia.

Come trattare la lussazione rotulea?
Una volta diagnosticata si può optare per un trattamento conservativo oppure per un approccio chirurgico.
Trattamento conservativo:
° in animali adulti (peso corporeo permettendo) in alcuni casi è possibile pensare ad un approccio conservativo, con una giusta fisioterapia.

° negli animali giovani spesso è preferibile invece procedere ad un trattamento chirurgico per prevenire deformità
Trattamento chirurgico:
quando il veterinario, dopo la visita ortopedica, consiglia l'approccio chirurgico, le opzioni possibili sono diverse:

° Trasposizione della cresta tibiale

° Solcoplasticahttp://www.clinicaveterinariaparabiago.it/clinica-veterinaria/1x68_Lussazione-rotulea-cane.html


I vari gradi di displasia- Primo grado (o leggera displasia del ginocchio): lieve disassamento fra la componente muscolare e quella ossea, che determina nel cane un’andatura quasi sempre normale, interrotta ogni tanto da un mancato appoggio dell’arto. In quel momento la rotula si è lussata, per tornare in sede con l’estensione completa dell’arto. Clinicamente si evidenzia facilità alla lussazione manuale, con ritorno spontaneo in sede appena si allenta la pressione, mentre la cresta tibiale risulta solo minimamente deviata e la tibia leggermente ruotata. I movimenti di flessione ed estensione avvengono ancora in linea retta.– Secondo grado (o media displasia del ginocchio): il disassamento più marcato fra ossa e muscoli comporta una lussazione frequente ed in alcuni casi permanente, riducibile manualmente pur ripresentandosi immediatamente appena si allenta la pressione sull’articolazione. La cresta tibiale è evidentemente deviata, così come la tibia appare ruotata fino a 30 gradi. I cani con questo grado di displasia tendono ad utilizzare poco l’arto ed a mantenerlo in leggera flessione, con il ginocchio portato verso l’esterno. Pur non essendo particolarmente dolorosa, questa forma di displasia determina, a causa del continuo sfregamento fra la rotula ed il labbro mediale della troclea, un’evidente erosione di quest’ultimo, fatto da tenere in considerazione in caso di intervento chirurgico tardivo.– Terzo grado (o grave displasia del ginocchio): la lussazione è permanente, la tibia è ruotata dai 30 ai 60 gradi e la cresta tibiale è evidentemente deviata, fino ad assumere la forma di una vera e propria virgola; la troclea appare poco profonda od addirittura appiattita e la rotula non è riportabile manualmente in sede nemmeno con l’animale profondamente sedato, a causa del particolare accorciamento del legamento tibio-rotuleo mediale. Molti soggetti riescono ancora ad utilizzare l’arto in posizione semiflessa, anche se l’estensione è resa impossibile dal fatto che la rutula si trova medialmente alla troclea e perciò non riesce ad assolvere il suo compito di fulcro quando il quadricipite si contrae.– Quarto grado (o gravissima displasia del ginocchio): praticamente un disastro. In poche parole l’articolazione non è più in grado di funzionare in alcun modo, visto che la tibia è ruotata oltre i 60 gradi, la cresta tibiale ne segue il pessimo esempio e la troclea è quasi sempre trasformata in un semplice ingrossamento della faccia anteriore del femore, senza alcuna funzionalità. I cani in queste condizioni non utilizzano per niente l’arto, che viene tenuto flesso e con il ginocchio portato verso l’esterno. Se la patologia è bilaterale, l’animale è costretto a trascinare il posteriore nella già citata posizione “a foca”.Come accorgersi della displasia e cosa fare
Abbiamo già detto dell’assoluta necessità ed impellenza di una terapia chirurgica, che se correttamente eseguita riesce a restituire ad un enorme numero di cani un’andatura ed una vita assolutamente normali. Il punto importante, però, è accorgersi in tempo che il nostro animale ha qualcosa che non va…e portarlo dal veterinario.Le zoppie hanno innumerevoli cause, ma soprattutto nelle razze di piccola taglia è oltremodo necessario preoccuparsi di escludere la displasia del ginocchio, prima di pensare “è una storta, passa da sé”.E se il cane non ha apparentemente alcun sintomo? Meglio! Ma non è un buon motivo per non fargli dare comunque un’occhiata alle ginocchia.L’esame non è assolutamente difficile, qualunque veterinario con un minimo di conoscenze ortopediche è in grado di eseguirlo, non comporta esami strumentali né fastidio o dolore per il cane e può essere fatto in cinque minuti scarsi durante una qualunque visita ambulatoriale.

Come prevenirla
EVITANDO DI FARE ACCOPPIARE CANI DISPLASICI !!!  LA CAUSA E' GENETICA QUINDI TUTTI I CANI CHE HANNO QUESTO PROBLEMA NON VANNO ASSOLUTAMENTE ACCOPPIATI !!!!


Protocollo FSA per il controllo della lussazione della rotula---La diagnosi ufficiale di lussazione rotulea può essere eseguita da veterinari referenti FSA che abbiano seguito un corso dedicato.

La diagnosi di lussazione di rotula è  una diagnosi clinica e non radiografica; si consiglia di eseguire una visita ortopedica condotta come segue:
  • osservare il soggetto condotto al guinzaglio per rilevare un'eventuale zoppia o perdita del passo
  • palpazione bimanuale con il cane in piedi; muovere le zampe posteriori simulando il movimento della "bicicletta" in modo da stimolare la contrazione del quadricipite femorale ed avvertire un'eventuale lussazione della rotula durante questi movimenti
  • palpazione della rotula con il cane in decubito laterale, prima da un lato e poi dall'altro, con zampa estesa, per valutarne la mobilità
  • manipolazione dell'arto con estensione dell'anca e del ginocchio e rotazione interna del piede in modo da favorire una eventuale lussazione mediale
  • manipolazione dell'arto con flessione dell'anca e rotazione esterna del piede in modo da favorire una eventuale lussazione laterale
Una volta eseguita la visita clinica si può procedere alla certificazione su apposito modulo FSA di colore rosso, sul quale verrà riportata:
  • l'identificazione accertata come da pedigree
  • la dichiarazione del proprietario a conferma dell'identità del cane e per il consenso al trattamento dei dati
  • il grado di lussazione di rotula presente (da 0 a 4), arto destro e sinistro, laterale o mediale
  • i propri dati e numero di referenza FSA
RICORDIAMO NUOVAMENTE CHE LA CAUSA E' GENETICA QUINDI TUTTI I CANI CHE HANNO QUESTO PROBLEMA NON VANNO ASSOLUTAMENTE ACCOPPIATI !!!!Si ringrazia Lucy Pandolfo per l'articolo e le immagini nei commenti 

LE TARE GENETICHE CONOSCIAMOLE - Il criptorchidismo e il monorchidismo fonte "Ti presento il cane"

Il criptorchidismo è la mancata discesa nello scroto di uno (caso di gran lunga più frequente) o di entrambi i testicoli.
Spesso si parla di “monorchidismo” quando un solo testicolo scende nella sua sede, mentre l’altro rimane ritenuto: in realtà in questi casi si dovrebbe parlare di criptorchidismo unilaterale, perché il vero monorchidismo consiste nella completa assenza (e non nella ritenzione) di un testicolo, evento decisamente raro.
Nel linguaggio corrente, comunque, con “monorchidismo” si intende quasi sempre la mancata discesa di un testicolo.
In condizioni normali la discesa dei testicoli inizia poco prima della nascita ed è completa entro il primo mese di età: al secondo mese i testicoli sono apprezzabili alla palpazione, anche se in alcuni casi (per esempio nei cani di piccola taglia) possono non essere ancora ben visibili.
A volte si hanno discese più tardive, ma già nella maggioranza dei casi se la discesa non avviene entro il 6°/7° mese il cane potrebbe ritenersi criptorchide. 
Ci sono casi rari sicuramente ah, da tenere in considerazione soprattutto nei cani di taglia molto piccola in cui la scesa di entrambi i testicoli si verifica all'anno di vita poiché il canale non si è chiuso e quindi si può parlare di una discesa tardiva.
La diagnosi un tempo si affidava esclusivamente alla palpazione, mentre oggi è resa molto più semplice dall’ ecografia, che ci permette anche di conoscere l’esatta posizione del/dei testicolo/i ritenuto/i e quindi di pensare ai possibili rimedi. In alcuni casi è possibile intervenire con una terapia ormonale, in altri si dovrà pensare ad una soluzione di tipo chirurgico.
Il criptorchidismo è sempre di natura ereditaria.

LA GENETICA
Dal punto di vista genetico, il criptorchidismo appartiene alla categoria dei caratteri denominati “limitati dal sesso”. Questi geni possono esprimersi solo in uno dei sessi. La genetica degli animali da reddito ci fornisce numerosi modelli: è risaputo, per esempio, che anche i tori e i galli sono in possesso di geni che regolano la produzione di latte e di uova. Questi geni possono essere trasmessi ai figli, sia maschi che femmine, ma solo queste ultime potranno manifestarne gli effetti che trovano espressione solo all’interno del sesso femminile. Altri geni, all’opposto, si esprimono solo nei maschi: tra questi troviamo appunto il monorchidismo e il criptorchidismo.


Non dimentichiamo che soggetti sani, nipoti, trisnipoti di soggetti sani anche solo per la dimensione troppo piccola della sacca scrotale così come del testicolo possono produrre un cucciolo criptorchide al quale un testicolo può scendere anche dopo il compimento dell'anno di vita o non scendere affatto e restare nella zona inguinale, QUESTO NON SIGNIFICA CHE IL CUCCIOLO DA ADULTO NON PRODURRa' 2 TESTICOLI E IN SEDE, è BENE FAR RIMUOVERE IL TESTICOLO RIMASTO IN SEDE INGUINALE ma bisogna sempre saper distinguere i casi.

IL CRIPTORCHIDISMO BILATERALE
Il criptorchidismo è provocato dal gene recessivo autosomico CRYP. L’allele dominante CRYP produce maschi con i testicoli normalmente discesi nello scroto, mentre i criptorchidi possiedono una coppia di alleli recessivi cryp cryp. Le femmine, non avendo testicoli, si mostrano tutte uguali, qualunque sia il loro genotipo.
La disfunzione dipende quindi da un semplice carattere recessivo che ha la caratteristica di poter essere manifesto solo nei maschi; le femmine sono però le vere responsabili della diffusione e perpetuazione del difetto. La conseguenza più evidente del criptorchidismo è la sterilità. I testicoli, trattenuti all’interno, raggiungono temperature elevatissime e in breve tempo si atrofizzano. I cani criptorchidi perciò sono maschi (mostrano un normalissimo istinto sessuale), ma quasi inevitabilmente sterili. Il problema quindi si perpetua solamente attraverso i maschi portatori, in quanto quelli criptorchidi non si riproducono in ogni caso, nemmeno quando finiscono in mano ad allevatori incompetenti che li accoppiano malgrado la loro patologia. Le femmine invece, apparendo perfettamente normali, si riproducono normalmente non solo quando sono portatrici, ma anche quando sono omozigoti per il gene del criptorchidismo. Per escludere queste anomalie è necessario perciò prestare molta attenzione non solo al fenotipo e al genotipo dei maschi, ma anche a quello delle femmine. Ed è proprio quest’ultimo aspetto la parte più difficile della selezione. A motivo di questa difficoltà, la presenza del difetto in moltissime razze si mantiene in percentuali non trascurabili. L’individuazione del genotipo si presenta molto difficoltosa a paragone di altri difetti recessivi, ma non limitati dal sesso. Una delle prime regole che si imparano studiando genetica e che ci permette di risalire al genotipo dei riproduttori ci dice infatti che è sicuramente portatore di un fattore recessivo il figlio di un genitore che manifesta il fattore recessivo. Questa regola non può essere valida nel caso di fattori limitati dal sesso. Fortunatamente non possono esistere (a quanto si dice) figli di padre criptorchide (e perciò portatori certi). Ma sfortunatamente non è possibile riconoscere una madre omozigote per il gene del criptorchidismo e quindi… eventualmente si potrà risalire al genotipo della madre attraverso i figli. Cioè quando ormai il danno è fatto. Sia i maschi che le femmine semplicemente portatori, possono invece perpetuare il difetto al 50% dei figli generati. Se ci si imbatte in una linea di sangue con questo problema, la risoluzione non è affatto facile.

IL MONORCHIDISMO  (criptorchidismo unilaterale)
Ci sono pareri discordi sull’appartenenza delle due patologie allo stesso gene. Per alcuni, il criptorchidismo sarebbe solo la forma più grave del monorchidismo; si pensa cioè a una sola patologia di cui è responsabile un unico gene. Altri pensano vi sia una gerarchia di dominanza tra tre geni allelici:
Normale>Monorchide>Criptorchide
C’è anche chi parla di geni indipendenti e addirittura e chi parla di numerosi geni aventi lo stesso effetto. Purtroppo (ma in realtà è una fortuna) i dati a disposizione che testimoniano accoppiamenti tra monorchidi
non sono sufficienti per trarre conclusioni certe. Di fatto, comunque, dal punto di vista genetico il monorchidismo si comporta in tutto e per tutto come il criptorchidismo, con una sola particolarità in più: i maschi monorchidi, a differenza dei criptorchidi, sono regolarmente fertili. Di solito non vengono accoppiati dagli allevatori più coscienziosi,  che mirano a limitare il più possibile la presenza della patologia nella specie. Purtuttavia, a livello teorico, c’è una possibilità in più di generare figli portatori e la linea paterna in questo caso è importante quanto quella materna. 
L’INTERVENTO CHIRURGICO
La seconda ma non meno importante conseguenza del monorchidismo e del criptorchidismo è la frequente formazione di forme tumorali. Per questo motivo i veterinari sono sempre più propensi a intervenire chirurgicamente sui cani monorchidi e criptorchidi per asportare i testicoli ritenuti o a volte per riportarli nella posizione corretta. Il primo intervento a cui ho accennato ha scopo puramente preventivo, mentre il secondo aggiunge uno scopo “estetico” che però a volte può favorire episodi di frode. L’abitudine di “risistemare” chirurgicamente i cani criptorchidi in età giovanissima ha infatti finito col rimettere in gioco molti cani che in passato sarebbero divenuti irrimediabilmente sterili. Da un certo punto di vista si tratta di una “selezione contraria” che nel patrimonio genetico aumenta la percentuale dei geni responsabili della patologia. I veterinari più scrupolosi, oggi, si limitano all’asportazione dei testicoli. Anche in caso di monorchidismo, per maggior sicurezza, molti optano per toglierli entrambi.

LA SELEZIONE DI SOGGETTI SANI
L’eliminazione dalla riproduzione dei maschi criptorchidi e monorchidi, come abbiamo detto, non basta a scongiurare la comparsa di questi difetti nelle generazioni future. Come al solito, è necessario individuare i portatori e costruire il genotipo dei riproduttori, sia maschi che femmine, con particolare attenzione a queste ultime che, non manifestando la patologia, rischiano di essere messe in riproduzione non solo se portatrici, ma addirittura se omozigoti per il gene del criptorchidismo.
Oggi capita molto frequentemente e spesso in buona fede: molti allevatori, di fronte a una femmina perfettamente funzionale, magari con un ottimo pedigree e con corrispondenti risultati espositivi, non pensano alla possibilità che questa possa generare cuccioli monorchidi o criptorchidi. Ricavare in modo certo il genotipo dal solo studio degli ascendenti, come abbiamo visto, non è possibile. Mai come in questo caso è importante il cosiddetto di “progeny test” ovvero la valutazione di *tutti* i cuccioli generati dai riproduttori. In mancanza di alternative, cioè si cerca almeno di non ripetere gli errori commessi. Ogni riproduttore che abbia generato almeno un figlio monorchide o criptorchide è da considerare sicuramente portatore. Le femmine che generano alte percentuali di cuccioli criptorchidi (più del 50%) hanno forti possibilità di essere omozigoti per il gene del criptorchidismo. Di fronte a casi così gravi è quantomeno saggio non riprodurle ulteriormente. Né loro, né le loro figlie che avranno una corrispondente probabilità di essere portatrici. 
E’ sempre necessario eliminare i portatori dalla riproduzione?
Sarebbe auspicabile essere in condizioni di poterlo fare: ovvero avere a che fare con una razza ben rappresentata, senza problemi di salute o di carattere e con una buona situazione morfologica. Però la realtà non è sempre così rosea e a volte è necessario scendere a compromessi. Ovvero… se in una razza in fase di sviluppo, magari con altri problemi altrettanto gravi da risolvere, ci trovassimo di fronte a un potenziale riproduttore di bellezza e funzionalità eccezionale, ma presunto (o certo) portatore di monorchidismo, potremmo seriamente valutare di metterlo in riproduzione ugualmente, cercando di perpetuare al massimo i suoi pregi e ripromettendoci di risolvere le magagne in futuro, sapendo che non sarà cosa facile. In alcuni casi, avendo a che fare con razze non particolarmente diffuse, la ricerca maniacale della perfezione può ridurre notevolmente il pool genetico e portare, se non all’estinzione della razza stessa, alla perdita delle più importanti caratteristiche di tipo. In questi casi perciò mi limiterei a consigliare l’esclusione degli omozigoti. I portatori possono essere messi in discussione: e per quanto riguarda i “possibili portatori”… beh, prima accertiamoci quanto meno che lo siano veramente!
Diverso è il caso di razze molto rappresentate e ben in salute da tutti i punti di vista. Non tutti i cani debbono necessariamente riprodursi… anzi! Dovrebbero essere una percentuale molto bassa, altrimenti in breve tempo saremmo letteralmente invasi dai cani. E’ ovvio che quando c’è una vasta possibilità di scelta si debbano preferire i migliori sotto ogni aspetto.

LE TARE GENETICHE CONOSCIAMOLE - Collasso Tracheale nel cane "A cura del dott. Francesco Buonpane"

collasso tracheale in un soggetto di razza yorkshire terrier

Il collasso tracheale del cane è una sindrome da insufficienza respiratoria dovuta a schiacciamento del lume tracheale. Talvolta si definisce erroneamente collasso tracheale quella che invece è una stenosi congenita della trachea.
Eziologia:
L’eziologia resta tuttora sconosciuta; tra le ipotesi si citano cause genetiche, deficit neurologici, patologie delle vie respiratorie profonde, fenomeni di degenerazione della matrice cartilaginea, cause allergiche.
I soggetti colpiti appartengono quasi esclusivamente a cani di piccola taglia: chihuahua, barbone nano, volpino di Pomerania, volpino italiano, yorkshire terrier, etc.
E’ una patologia in cui non si osserva distinzione di sesso, in genere i sintomi si manifestano verso i 7-8 anni di età, anche se in casi rari la patologia può comparire già al secondo anno di età.
Anatomia:
La trachea è una struttura anatomica formata da anelli cartilaginei che collega la faringe ai bronchi. Consente meccanicamente il passaggio dell’aria tra questi due distretti.
Nel cane la trachea è sostenuta da circa 30 – 45 anelli di cartilagine a forma di “C”, la chiusura completa dell’anello si ha ad opera di tessuto molle ben teso: la membrana tracheale dorsale.
Nel collasso tracheale, si assiste ad una modificazione della cartilagine tracheale che viene a perdere la sua normale rigidità. Tutto ciò è legato a fenomeni degenerativi che colpiscono gli anelli cartilaginei tracheali, per cui la normale cartilagine ialina viene sostituita da tessuto fibrocartilagineo e fibre collagene, con forte deplezione di glicoproteine e glicosamminoglicani. La conseguenza è che gli anelli tracheali non riescono più a garantire la normale conformazione della trachea nelle varie fasi della respirazione, tendono a collassare su se stessi, in direzione dorso ventrale. Il tratto interessato durante l’inspirazione è quello cervicale, invece durante l’espirazione  l’aumento di pressione nella gabbia toracica ad opera dei polmoni può schiacciare il tratto intratoracico. Questo, comporta,  durante la respirazione, una riduzione del lume tracheale e quindi una diminuzione dell’aria in entrata che nei casi più gravi può arrivare fino all’asfissia. Di conseguenza, si possono riscontrare rumori respiratori anomali, scarsa resistenza ad attività motoria, rigurgito e una dispnea di intensità variabile a seconda della gravità del collasso.
SINTOMI:
L’evoluzione dei sintomi negli anni è lenta, ma progressiva ed irreversibile, può portare a morte per insufficienza respiratoria acuta. Sintomi comuni sono presenza di rumori respiratori anomali, dispnea, intolleranza all’esercizio fisico e agli stimoli emotivi, cianosi ed attacchi sincopali. Le anomalie respiratorie consistono in respirazione stridente e sibilante, associata a tosse secca non produttiva, che per il particolare suono prodotto è definita a “verso d’anatra”.
Dopo il pasto o l’assunzione di acqua spesso il cane tossisce, a volte presenta conati o addirittura vomita, quando si eccita e si affatica aumenta la gravità del problema. Umidità, calore e stress portano ad un peggioramento della situazione.
Il sintomo più evidente che porta spesso il proprietario a recarsi dal proprio medico veterinario è la tosse. Questa inizialmente può manifestarsi in seguito ad attività fisica, in conseguenza di stati di eccitazione (esempio quando il proprietario rientra a casa dal lavoro), dall’assunzione di cibo o acqua, o per ambiente caldo e umido oppure per una semplice compressione meccanica della trachea (quando ad esempio il cane tira al guinzaglio).
Inizialmente i sintomi sono sporadici e ad accessi, scatenati principalmente dalle alte temperature, dall’agitazione e dal movimento, poi diventano continui manifestandosi anche a riposo e durante le ore notturne. Nel tempo la tosse può peggiorare per complicanze secondarie come le alterazioni indotte sull’epitelio tracheale che porta a tosse rantolosa.
Sebbene i segni clinici che li caratterizzano possono essere simili, non bisogna confondere il collasso tracheale con la stenosi della trachea; quest’ultima è un abnorme restringimento del lume tracheale frutto di una malformazione congenita o di un trauma. Una di queste forme congenite è l’ipoplasia tracheale: in questo caso il condotto tracheale presenta un lume insolitamente ristretto per tutta la sua lunghezza. L’ipoplasia tracheale colpisce solitamente razze come il bulldog inglese e altre razze brachicefale.
DIAGNOSI:
Il collasso tracheale è una patologia che facilmente può essere confusa con altre forme respiratorie come tracheobronchiti infettive, polmoniti, bronchiti, ostruzione tracheale, paralisi laringea, malformazioni del palato molle, insufficienza cardiaca congestizia, edema polmonare.
L’esame clinico del paziente può darci qualche indicazione, la diagnosi di certezza si avvale di tecniche di diagnostica per immagini. La tecnica più utilizzata è l’esame radiografico diretto a cui si possono associare l’endoscopia, la fluoroscopia e la TAC.

Foto: collasso tracheale in un soggetto di razza yorkshire terrier
In qualche paziente, palpando la trachea nel segmento cervicale si può percepire la consistenza flaccida degli anelli tracheali, che presentano bordi laterali ispessiti, e la manovra può scatenare un accesso di tosse parossistica.
La fase respiratoria in cui si scatta la radiografia è importante per valutare il tratto tracheale sospetto. Durante l’inspirazione si osserva sul radiogramma la riduzione delle dimensioni della trachea che corre lungo il tratto cervicale, mentre in fase di espirazione si può valutare se esiste un difetto a livello del tratto tracheale toracico.
Di regola il cedimento delle cartilagini tracheali interessa grossomodo tutta la lunghezza dell’organo, ma in genere c’è sempre un tratto che risulta maggiormente colpito. Si parla di collasso di I grado quando il lume tracheale appare ridotto del 25% e gli anelli cartilaginei mantengono un contorno vagamente rotondeggiante. Nel collasso di II grado il diametro della trachea è ridotto del 50 % e le cartilagini tracheali iniziano ad appiattirsi. Il collasso di III grado è caratterizzato da una riduzione del lume tracheale del 75% e anelli cartilaginei quasi del tutto schiacciati. Il lume della trachea, risulta, infine quasi del tutto inesistente nel collasso di IV grado; le pareti cartilaginee dell’organo sono ridotte ad una lamina appiattita. 
TERAPIA:
OMESSA PER SCELTA DEL CREATORE DELLA NOTA.
PREVENZIONE: 
I pazienti affetti da collasso tracheale devono vivere in ambienti privi di fumo, allergeni e altre sostanze irritanti per le vie respiratorie. E’ fondamentale far dimagrire i soggetti obesi. I collari devono essere sostituiti da pettorine, evitando che il soggetto tiri quando condotto a passeggio. In condizioni climatiche calde e umide i soggetti vanno gestiti con attenzione.
Il collasso tracheale è una patologia che segue il proprio decorso naturale, quello che possiamo senz’altro fare è ritardare il suo “cammino”  adottando gli opportuni accorgimenti.Si ringrazia Alessia Tirella per la ricerca 

Altre info:
Collasso tracheale


E’ una causa comune di ostruzione delle vie aeree nei cani.

La trachea è un tubo composto da robusti anelli di cartilagine in cui transita l’aria verso e dai polmoni.

Il Collasso tracheale è causato da un progressivo indebolimento dei anelli tracheali.

La conseguenza è che gli anelli tracheali non riescono più a garantire alla trachea la sua normale conformazione nelle varie fasi della respirazione e in pratica tendono a collassare su se stessi.

L’aria che passa all’interno di questi anelli deformati viene compressa e il risultato e la caratteristica tosse a verso d’anatra, sibili, rantoli, dispnea.

Questa debolezza della struttura di sostegno della trachea provoca, durante la respirazione, una riduzione del lume tracheale e quindi una diminuzione dell’aria in entrata ( dispnea) che nei casi più gravi può arrivar La comparsa di questa tosse può essere favorita o accentuata dalla attività fisica, da stati di eccitazione ( quando il proprietario rientra a casa dal lavoro), dall’assunzione di cibo o acqua, un ambiente caldo e umido oppure una semplice compressione meccanica della trachea ( tipo quando il cane tira al guinzaglio).e fino all’asfissia.

Si sospetta che la causa del collasso tracheale sia congenita e dipenda dalla composizione molecolare e cellulare degli anelli tracheali, che risultano meno rigidi.

Quali sono i segni di collasso tracheale?
Colpo di tosse a verso d’anatra
Intolleranza all’esercizio,
Dispnea
Respirazione sibilante o con rantoli
Quali Razze sono soggette al collasso tracheale?
Questa patologia genetica colpisce principalmente razze nane ( Barboncino nano, Yorkshire terrier, Volpino della Pomerania, Maltese, Chihuahua ecc..).

Collasso della trachea può manifestarsi a qualsiasi età, anche se l’età media in cui i segni clinici cominciano ad apparire è 6-7 anni.

Come viene diagnosticato collasso tracheale?
Colpo di tosse frequenti nei cani toy di razza è altamente suggestiva di collasso della trachea, ma una diagnosi definitiva può richiedere ulteriori test.

Radiografia
Endoscopia
Fluoroscopia

Diagnosi differenziale 

Qualsiasi malattia che colpisce le vie aeree superiori o inferiori può essere confuso con il collasso tracheale, tra cui un palato molle, paralisi laringea, infezioni nella trachea o polmoni, corpo estraneo nelle vie respiratorie, insufficienza cardiaca, tumori.

Terapia del collasso tracheale
Generalmente le forme lievi, vengono ben tollerate dal cane, nonostante possano manifestarsi difficoltà respiratorie, crisi di tosse e tracheiti recidivanti, in questo caso, sempre che non si associno altre patologie polmonari o cardiovascolari, la sola terapia farmacologia permette buone condizioni di vita al cane ( farmaci contro la tosse, corticosteroidi, la necessaria copertura antibiotica, che per essere veramente mirata, deve essere sostenuta da un esame batteriologico dei secreti tracheali o dei raschiati della mucosa tracheale).

Nei pazienti obesi, la perdita di peso contribuisce a diminuire lo sforzo respiratorio.

Inoltre i cani devono essere tenuti lontani da fumo e altre inquinamento ambientale.

Nelle forme più gravi, quando nemmeno la terapia farmacologia dà risultati apprezzabili, il trattamento è chirurgico ( tracheoplastica) che, in ogni caso, dà buone percentuali di miglioramento.

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Dr. Fabio Vergoni
(Medico Veterinario Comportamentalista)

Il collasso tracheale è una patologia ostruttiva della trachea, tipica di cani appartenenti a razze nane (Barboncino nano, Yorkshire terrier, Volpino della Pomerania, Maltese, Chihuahua ecc..), provocata da una eccessiva debolezza degli anelli cartilaginei tracheali, che di conseguenza tendono ad appiattirsi. In pratica, nel collasso tracheale, si assiste ad una modificazione della cartilagine tracheale che viene a perdere la sua normale rigidità, la conseguenza è che gli anelli tracheali non riescono più a garantire alla trachea la sua normale conformazione nelle varie fasi della respirazione, in pratica tendono a collassare su se stessi. Questa debolezza della struttura di sostegno della trachea provoca, durante la respirazione, una riduzione del lume tracheale e quindi una diminuzione dell’aria in entrata ( dispnea) che nei casi più gravi può arrivare fino all’asfissia. Il collasso tracheale è una patologia di frequente riscontro negli ambulatori veterinari che da un punto di vista clinico si manifesta con degli “strani rumori” che l’animale emette respirando, sibili, rantoli, tosse e respirazione stridente. Il sintomo più evidente, quello che generalmente porta il proprietario a ricorrere alle cure veterinarie è la tosse, una tosse particolare che viene definita “ a verso d’anatra”, spesso il suo cane incomincia a tossire e non la smette più fino a manifestare episodi di rigurgito. La comparsa di questa tosse può essere favorita o accentuata dalla attività fisica, da stati di eccitazione ( quando il proprietario rientra a casa dal lavoro), dall’assunzione di cibo o acqua, un ambiente caldo e umido oppure una semplice compressione meccanica della trachea ( tipo quando il cane tira al guinzaglio). L’origine ( l’eziologia) di questa patologia non è stata ancora ben definita, possono intervenire fattori genetici, nutrizionali, deficit neurologici, patologie respiratorie profonde ed altre ancora, si considerano comunque quattro gradi di gravità che vi accenno brevemente; I grado – diametro del lume tracheale ridotto del 25% II grado – diametro del lume tracheale ridotto del 50% III grado – diametro del lume tracheale ridotto del 75% IV grado – in questo caso il lume della trachea è quasi del tutto inesistente. Generalmente le forme lievi, vengono ben tollerate dal cane, nonostante possano manifestarsi difficoltà respiratorie, crisi di tosse e tracheiti recidivanti, in questo caso, sempre che non si associno altre patologie polmonari o cardiovascolari, la sola terapia farmacologia permette buone condizioni di vita al cane ( farmaci contro la tosse, corticosteroidi, la necessaria copertura antibiotica, che per essere veramente mirata, deve essere sostenuta da un esame batteriologico dei secreti tracheali o dei raschiati della mucosa tracheale). Nelle forme più gravi, quando nemmeno la terapia farmacologia dà risultati apprezzabili, il trattamento è chirurgico ( tracheoplastica) che, in ogni caso, dà buone percentuali di miglioramento. Tengo in ultimo a precisare, che il collasso tracheale è una patologia che segue il proprio percorso naturale, quello che possiamo senz’altro fare è ritardare il suo “cammino” ( evitare irritazioni delle vie respiratorie) facendo vivere il proprio cane in ambienti privi di fumo, evitando che il cane ingrassi, garantendogli una vita tranquilla ai limiti della sedentarietà. Dott. Fabio Vergoni