venerdì 13 gennaio 2017

DISPLASIA DELL'ANCA NEL CANE (Grossa, media e piccola taglia)


Premessa:


Molti di voi avranno già letto una parte di questo post su facebook, vari gruppi e pagine scritto dalla grande Valeria Rossi che vogliamo ricordare ancora con le sue parole.
Oggi lo riproponiamo più dettagliato tratto da varie fonti comprese le immagini, poichè non si parla solo di cani di grossa e media taglia ma di tutte le taglie anche le piccole e i piccoli molossoidi, senza escludere i cani di tipo primitivo, compreso lo spitz purtroppo oggi giorno.


Displasia congenita dell’anca

È stata descritta e identificata per la prima volta da Schenelle nel 1935 negli Stati Uniti. Venne descritta in questo modo: “turba dello sviluppo che provoca una insufficiente stabilità dell’articolazione”. La prima osservazione e quindi i primi studi furono compiuti su degli esemplari di Setter Irlandesi. Con il passare degli anni aumentò notevolmente l’interesse mondiale per questa anomalia e, specialmente negli anni ’50, furono effettuate ricerche in Svezia, Germania, Olanda e Finlandia. Le ricerche dimostrano che le razze canine colpite da una malformazione di questo tipo erano numerose e praticamente tutte di media e grande taglia, mentre nelle razze di piccola taglia e nane fu riscontrata un’altra malformazione a carattere degenerativo, chiamata “necrosi asettica della testa del femore”, completamente diversa dalla displasia, sia come tipo di lesione che come eziologia. La sintomatologia di un cane displasico può essere aggravata anche per cause ambientali, ma solo sul cane portatore di displasia, poiché un cane esente non potrà mai acquisirla per la sola influenza di fattori ambientali. È ormai dimostrato che la displasia è un’anomalia polifattoriale dello sviluppo, identificata come una lassità congenita dell’articolazione dell’anca, che è destinata a degenerare verso uno stato di deformità e conseguente osteoartrosi. Le cause sono poligeniche ed ereditarie, con un ritardo del normale sviluppo del complesso articolare, che costituisce il reale difetto congenito. Un soggetto colpito non è in grado di far fronte ai fattori ambientali, proprio per il ritardo di sviluppo. La progressione delle lesioni da displasia si possono riassumere così:

-Lassità (fattore congenito) dell’articolazione dell’anca

-Degenerazione

-Deformità

-Osteoartrosi

La diagnosi della displasia viene effettuata mediante:

- Esame della motilità: valutazione oggettiva del cane in movimento (da qui emerge il valore delle prove di lavoro, in questo caso resistenza, rispetto alle pure manifestazioni di bellezza);

- Palpazione (o metodo di Bardens ed Harrdwich): consente in certi casi una diagnosi precoce, innegabilmente utile per l’allevatore, che potrebbe evitare di sobbarcarsi costi rilevanti; ma è estremamente pericolosa, poiché i cani positivi alla prova della palpazione e sottoposti a pettinectomia (recisione del muscolo pettineo) dovrebbero essere segnalati sul certificato di iscrizione per evitarne l’uso quali riproduttori.

Indagine radiografica: fondamentale purché venga effettuata in età idonea, che la Commissione Scientifica della Federazione Internazionale Cinologica ha stabilito a un anno di età; per le razze di grande taglia il limite è portato ad un anno di età; per le razze di grande il limite è portato a 1 anno e ½ (di queste razze fanno parte anche il Pastore Maremmano-Abruzzese ed il Mastino Napoletano). Il Mastino Napoletano è una razza che, forse più di ogni altra, risente molto di questa anomalia; questo è dovuto all’eccesso di consanguineità nella riproduzione e certamente all’uso improprio dei riproduttori. Ormai la maggior parte degli esemplari di questa razza non è esente da displasia. La selezione del Pastore Tedesco invece ha imposto delle regole precise e severissime agli allevatori; i riproduttori e le fattrici devono essere totalmente esenti da displasia e, senza la lastra che confermi questa precisa disposizione, un esemplare di Pastore tedesco non può in nessun caso competere in una manifestazione cinotecnica. Uno dei massimi esperti italiani e mondiali di displasia congenita all’anca era il Dottor Cesare Pareschi di Ferrara, responsabile in Italia della lettura ufficiale delle radiografie per la diagnosi della displasia all’anca, recentemente scomparso.

In una razza come il Mastino Napoletano non vengono effettuati controlli, perché l’Ente Nazionale e la Società di razza non hanno imposto obblighi agli allevatori, per questo motivo dovrebbero essere gli allevatori stessi a selezionare i soggetti esenti e cercare di non far riprodurre gli esemplari portatori, per evitare che la razza si “ammali” totalmente e irrimediabilmente.

Descrizione del grado di displasia per cani in età di almeno un anno



Esente da Displasia

La testa del femore e l’acetabolo sono in posizione congruente fra loro e l’angolo di Norberg è pari o superiore a 105°. Il margine craniolaterale dell’acetabolo appare affilato o arrotondato in misura minima. La fessura dell’articolazione è strettissima e regolare. Nei casi in cui l’articolazione è perfetta, il margine craniolaterale dell’acetabolo abbraccia la testa del femore un poco più in direzione laterocaudale.

Sospetta Displasia

Possono verificarsi due casi: o la testa del femore e l’acetabolo sono non congruenti in minima misura e l’angolo di Norberg è pari o superiore a 105°; o l’angolo di Norberg è inferiore a 105°, in presenza di testa del femore ed acetabolo congruenti. Si possono notare leggeri arrotondamenti del margine craniale, caudale o dorsale.

Leggera Displasia

La testa del femore e l’acetabolo sono incongruenti, l’angolo di Norberg è superiore a 100° e/o il margine craniolaterale dell’acetabolo appena un poco appiattito. Si possono presentare anche arrotondamenti o, al massimo, lievissime tracce di deformazioni osteoartrosiche dei bordi craniale, caudale o dorsale dell’acetabolo.

Displasia media

Incongruenza chiaramente visibile fra testa del femore ed acetabolo fino alla sublussazione. L’angolo di Norberg è superiore a 90° (solo a titolo di informazione).

Appiattimento del bordo craniolaterale dell’acetabolo e/o sintomi osteoartrosici.

Grave Displasia

Deformazioni displasiche chiaramente visibili alle articolazioni, quali la sublussazione evidente dell’anca o la lussazione; angolo di Norberg inferiore a 90°; evidente appiattimento del margine craniale dell’acetabolo; deformazione della testa del femore (arrotondata a testa di fungo o appiattita) o altri sintomi osteoartrosici.

Sempre per decisione della Commissione Scientifica della F.C.I. per lo studio ed il controllo della displasia, oggi vengono riconosciuti “esenti da displasia” i soggetti senza alcun segno di displasia, con sospetta displasia e con leggera displasia; sono esclusi i soggetti con media e grave displasia. Queste scelte sono senz’altro opinabili, poiché, se è logico ammettere come esenti i soggetti senza alcun segno di displasia e quelli con sospetta displasia, appare strano concedere l’esenzione da displasia a quei soggetti che, sia pure in forma lieve, sicuramente sono displasici. Evidentemente si vuole dare una gradualità nella ricerca, cercando di danneggiare il meno possibile l’allevamento canino ed annullare tanti altri risultati positivi, raggiunti con grande sacrificio ed in lunghi periodi di tempo.

Non esiste un trattamento medico per il cane displasico. Forse in questa direzione si è fatto poco, dando la precedenza al trattamento chirurgico. Tenendo conto dei fattori ambientali, occorrerà fare attenzione all’aumento di crescita del cucciolo per iperalimentazione, all’eccessivo movimento (salti, galoppo sfrenato, ecc…) ed alla selezione tesa a modificare in aumento il peso standard della razza. Ancora oscuro rimane il capitolo dei fattori genetici. Rifacendosi alle fondamentali teorie di Mendel, si deve puntare su una “ereditarietà alta”. L’indice di ereditarietà rappresenta la misura in cui un genotipo rispecchia il fenotipo; questo indice viene valutato da 1 a 10. il tasso di ereditarietà delle displasia è stato valutato da 2 a 4, quindi piuttosto basso. Ciò significa che di fronte ad un fenotipo perfetto non vi sono molte possibilità che questi rispecchi anche il genotipo. Si rende necessario pertanto identificare i soggetti aventi un quadro genetico sano, cioè “genotipi sani”., impiegando nell’allevamento solamente questi soggetti. L’identificazione si ottiene, o meglio si dovrebbe ottenere, con l’esame radiografico e con l’esame della progenie che può durare un notevole numero di anni e che deve essere eseguito scrupolosamente da un comitato di esperti. Oggi l’arma principale nella lotta contro la displasia è rappresentata dall’impiego per la riproduzione di cani giudicati radiograficamente sani. Pertanto l’unico metodo realisticamente sicuro rimane l’esame radiografico. La terapia chirurgica è buona per i soggetti giovani mediante la pettinectomia e accettabile in soggetti adulti mediante l’artrodesi. Chiaramente rimangono a tutti gli effetti cani displasici, da non usare per la riproduzione.





La displasia dell'anca nel cane è una patologia ortopedica di origine non traumatica che si sviluppa durante la crescita e che interessa tutte le razze canine e feline.
Non è una patologia congenita (evidente alla nascita) ma si manifesta durante la crescita dell'animale, generalmente bilaterale ma può essere monolaterale e ci può essere un diverso grado tra dx e sx.
È una patologia multifattoriale con un’influenza ambientale (traumi, alimentazione) e un’influenza genetica (ereditaria trasmissibile) dovuta all'incongruenza tra i capi articolari (testa del femore e cavità acetabolare) e all'instabilità articolare che portano ad una alterazione nella distribuzione dei carichi ponderali provocando un abnorme consumo della cartilagine con degenerazione articolare e progressiva artrosi e fibrosi della capsula.
Clinicamente si può manifestare in maniera differente a seconda della gravità e dell’età del paziente,nei cani più giovani si può notare:

una minor resistenza all'esercizio fisico (cane “pigro”);
corsa a “coniglio”
riluttanza a salire le scale, a salire in auto
alterazioni nella postura;
alterazioni nel movimento
atteggiamenti antalgici
Nel cane adulto/anziano invece, la sintomatologia è legata generalmente all’evoluzione dell’artrosi e la sintomatologia varia a seconda della gravità fino a ridurre in maniera drastica la qualità di vita del soggetto causandogli dolore cronico.
DIAGNOSI PRECOCE:
È consigliabile sottoporre tutti i soggetti predisposti ad una visita ortopedica preventiva già a partire dai 3,5 / 4 mesi di età poichè diagnosticare la displasia dell'anca in una fase iniziale della sua evoluzione può consentire di intervenire chirurgicamente con trattamenti che permettono di arrestarne la progressione.
La visita in particolare prevede:
esame della postura
esame dell’andatura
manipolazioni dell’articolazione con paziente sveglio
manipolazioni dell’articolazione con paziente in anestesia• esame radiografico in diverse proiezioni con paziente in anestesia


di VALERIA ROSSI 

Scagli la prima pietra chi non ha mai sentito dire:
“Lastre? Ma quali lastre? Non vedi come il mio cane corre, salta e gioca? Non può certo essere displasico!”
O, in alternativa: “L’ha visitato il mio veterinario e ha detto che è sanissimo”.
E se tu insisti (“Ma gli ha fatto una radiografia?”) ti rispondono: “No, lui non ce l’ha mica l’apparecchio per fare i raggi. Ma se ha detto che è sano…”Eh, già: intanto che noi cinofili stiamo a farci le pulci sui metodi di indagine (“va bene la valutazione FCI”, “no, ci vuole la Pennhip”… eccetera), una vera e propria moltitudine di persone o non sa neppure che cosa sia la displasia, oppure si lancia a testa bassa nel mondo delle diagnosi “fai da te”.
Manca solo che la displasia dell’anca o del gomito vengano diagnosticate rispondendo a qualche quiz online, e poi siamo a posto.

Pur sapendo che predicherò nel deserto (o almeno in un quasi-deserto, popolato da quattro gatti…) provo quindi a ribadire alcuni concetti fondamentali su questo tema:
a) la displasia NON è diagnosticabile “a occhio”. Da nessuno al mondo, fosse anche il dottor House della veterinaria. Tantomeno basta “guardare il proprio cane” per escluderla: ci sono soggetti gravemente displasici che saltano, corrono e si scapicollano come se nulla fosse. Che questo accada grazie a masse muscolari ben sviluppate o ad una soglia del dolore elevatissima, poco importa: sta di fatto che sono displasici e non lo dimostrano. Ho conosciuto proprio pochi giorni fa una borderina che, “a vista”, sembrerebbe il cane più sano e dinamico del mondo: eppure ha le anche ridotte malissimo… e per questo è stata sterilizzata. Onore e gloria alla sua proprietaria, persona responsabile.
Comunque, per capire se un cane è displasico è obbligatorio lastrarlo;
b) per ottenere una lastra che possa dare indicazioni attendibili occorre che il cane sia sedato e posizionato correttamente all’interno dell’apposito sostegno a doccia: se il nostro vet non dispone dell’attrezzatura adeguata, qualsiasi lastra risulterà inattendibile e sarà impossibile effettuare una lettura corretta;
c) anche se la lastra è stata eseguita correttamente, un parere che abbia valenza ufficiale può essere dato solo dalle centrali di lettura, che in Italia sono due: la FSA e la Celemasche (entrambe accreditate dall’ENCI).








Che poi anche in questo settore esistano inciuci, favoritismi, imbrogli e quant’altro è un dubbio lecito (per qualcuno una certezza: però, guarda caso, quel “qualcuno” è sempre proprietario di un cane displasico…): ma questo NON può essere un buon motivo per eludere le regole.
Troppo facile dire “Ehhhh ma io non mi fido, quindi le lastre non le faccio/non le mando alla centrale di lettura, mi basta il parere del mio vet”.
Sei liberissimo, a patto che poi tu non metta in riproduzione il tuo cane.
Perché la displasia è ereditaria, sempre e comunque: i fattori ambientali possono migliorare o peggiorare la situazione esistente a livello genetico, ma se il cane non è geneticamente displasico non lo sarà neppure fenotipicamente.
Quindi i cani displasici non devono riprodursi. Punto e basta. E il fatto che il cane lo sia o meno può essere certificato solo dalle centrali di lettura: non dal vet di famiglia (a meno che non sia un lettore ufficiale, ovviamente!), non dal proprietario e neppure dal postino “che di cani se ne intende”.
Mettiamoci il cuore in pace e seguiamo le regole, anziché fare “all’italiana”… e inventarcele a nostro uso consumo.


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martedì 10 gennaio 2017

Perchè non comprare MAI un cucciolo in un negozio







PRECISIAMO CHE LE IMMAGINI SONO FORTI, che è stato difficile cercare le foto senza provare dolore e rabbia, che serve continuare a parlarne, e che ho voluto utilizzare parte di testo di edencinofilia perchè molto dettagliato e scritto bene.

Ci tengo a dire che il post è nato a seguito di un episodio accaduto ad una nostra cara amica allevatrice che ha un cuore GRANDE, che non sa ancora che sto per utilizzare la sua storia ma che è importante per tutti i cani e per non dimenticare che ci sono razze particolari che non si possono acquistare senza conoscerne ogni aspetto come il PASTORE DEL CAUCASO.


Laura Monfreda ha aggiunto 4 nuove foto.
17 ore fa

Sono incaxxata nera e non sarò breve.
Ieri , domenica, intorno alle 13 , mentre mi stavo accincendo a consumare il mio luculliano pranzo consistente in un panino col formaggio, squilla il telefono. Penso, porco mondo, possibile che debbano sempre rompere all'ora di pranzo? Comunque rispondo. Una signora mi dice di aver avuto il mio numero da un mio amico e mi chiede aiuto per un cucciolo di Caucaso da lei acquistato che però non può più tenere perchè lei è fuori tutto il giorno ed il cane in casa combina casini. Le chiedo se ha contattato l'allevatore e mi risponde che l'ha preso in un negozio. IN UN NEGOZIO????? Le dico che potrei tenerglielo in attesa di trovare una sistemazione, però non gratis. Mi dice che non può spendere ( cane pagato 900 euro) , che deve assolutamente entro sera liberarsi del cane e che l'avrebbe portato al canile. Purtroppo ho una coscienza stronza che non mi avrebbe fatto stare serena sapendo che questo cucciolo sarebbe finito chissà dove, per cui le dico di portarmelo. Un paio d'ore dopo arriva , con la figlia , entrambe in lacrime , ma dicendo che non potevano fare altrimenti. Le ho fatto , ovviamente, un caxxiatone , perchè bisogna informarsi sul cane che si vuole PRIMA di prenderlo e soprattutto MAI in un negozio.
Mi consegna cane e documenti. Passaporto ungherese ( ma pensa un po'!!!) e contratto di vendita del negozio. Niente pedigree, ovviamente. Mi leggo il contratto , che pubblico insieme alle foto del cane , Dalton il suo nome. ROBA DA MATTI!!!! Non solo vendono illegalmente un cane senza pedigree, ma nella premessa parlano di benessere animale!!! Loro, che importano cuccioli a gogò e poco importa se il rapporto morti vivi è di 10 a 1 !!! Non solo, scrivono anche che il cane sarà probabilmente affetto da displasia dell'anca e del gomito, perchè tipiche della razza. No, tipiche di una selezione del caxxo, dico io!!! Ora, mi domando:
1 se i cani senza pedigree non possono essere considerati di razza pura, perchè li possono vendere nei negozi??
2 sono anni che ci frantumano i cosiddetti con le razze pericolose prima e col patentino poi e lasciano vendere liberamente cani come i Caucasi, Rottweiler , Dogo ai negozi ????????????? Oltretutto cani dei quali non si sa un beato tubo di quello che c'è alle spalle dunque potenzialmente pericolosi in quanto mal selezionati. Già, ma noi siamo il paese dei controsensi, dove il patentino si fa DOPO che il cane ha morsicato. E sì che confiniamo con Paesi come la Svizzera dove ci sono regolamenti severi per detenere determinate razze , possibile che non attingiamo mai dagli altri nelle cose sensate ?
3 L'Enci che cavolo fa , oltre che prendersi i soldi ? Pensa che sia sufficiente pubblicare sul sito un misero quadratino dove si ricorda che la vendita di cani di razza senza pedigree è illegale? Non sarebbe forse più opportuno, visto che è un ente nazionale , che chiedesse l'approvazione di una legge che vieti la vendita dei cani nei negozi ?
Concludo dicendo che per fortuna Dalton ha vinto la sua lotteria di capodanno e questa mattina è andato in una nuova casa, con tanto spazio, con persone che sanno cos'è un caucaso, con una femmina della sua razza , un gatto e tre ragazzi. Penso però con tristezza a tutti quei Dalton che non troveranno qualcuno come me sulla loro strada.
p.s. se volete farvi venire i nervi , leggete il contratto
p.s. 2 curioso vedere come la gente la prende in quel posto tranquillamente dai negozianti ed invece a noi allevatori minaccia denunce se al cane viene su un dente storto!!!

Questa l'ennesima storia assurda e qui ne abbiamo la prova.

Andiamo avanti con il nostro post.

ALTRA COSA IMPORTANTE:
PERCHE' I NEGOZI HANNO LA LICENZA DI VENDERE CUCCIOLI???

 

Perchè comprare un cane in un negozio è sempre controproducente, per chi lo sceglie e per il cane.
Precisiamo subito che per legge i cani vanno ceduti con pedigree (se acquistati) se salvati da un canile è un'altra storia.





Tutti coloro che tutt'oggi ancora passano davanti le vetrine dei negozi di animali, la maggior parte qui in Sicilia all'interno di centri commerciali, si innamorano, si inteneriscono, perchè un cucciolo è sempre bello, perchè l'80 % delle persone che si fermano davanti a quelle vetrine non si è minimamente documentato sulla razza che cerca e di conseguenza a cosa va incontro acquistando un cucciolo in negozio.
Approfondiamo...

1- La provenienza?
2-I genitori?
3- Chi e come lo ha allevato?
4- I documenti?
5- Il pedigree?
6- LA SALUTE?
7- Come sono arrivati il quel negozio?
8- Garanzie?
9- Vaccinazioni?
10- Contratto?

Ci fermiamo solo a 10 punti degli innumerevoli, perchè non finiremmo mai di scrivere.

Passiamo ai vari punti;
1- Il 90% dei cuccioli è di provenienza estera ciò significa malattie.
2- Non li vedrete mai, o vi verrà mostrata la prima foto presa su internet.
3- Non lo saprete mai.
4- Uno schifoso libretto sanitario con scritta la razza (spesso sbagliata ad esempio volpino di pomerania piuttosto che spitz tedesco nano), e un solo vaccino, il primo quello che si fa a 40 giorni di vita contro la parvovirosi (gastroenterite), e dove sono gli altri vaccini polivalenti?
Chi li ha vaccinati? Il timbro del veterinario dov'è?
5- Non esiste.
6- INCOGNITA!
7- IMPORTATI! Tenuti in vita con glucosio, il 90% di quei cuccioli non arriva vivo a destinazione poichè sono in viaggio da tempo strettissimi tra loro, con le malattie peggiori già incubate che esploderanno 40 giorni dopo la separazione dalla madre.
8- Nessuna se non un foglio della durata di 24H dove il negoziante si leva ogni responsabilità e quando quel cucciolo crescendo svilupperà malattie, scorrettezze di razza non potrete appellarvi a nulla "COLPA VOSTRA, vi diranno, LA LEGGE NON AMMETTE IGNORANZA".
9- Vedere punto 4.
10- Vedere punto 8.

Nello specifico parliamo di alcuni punti.

Oltre a ragioni etiche, per le quali con l’acquisto di un cane in un negozio si alimenta il traffico di cuccioli dall’Est, ci sono ulteriori motivi per cui nessuno dovrebbe rivolgersi ad un negoziante per prendere il proprio cucciolo.Capita purtroppo di frequente, visitando grandi e piccoli pet shop, di imbattersi nelle vetrine con stupendi e amabili cuccioli che giocano… in quel momento è molto probabile che scatti in noi il cosiddetto “effetto cucciolo”, che fa leva sull’istinto biologico di ogni mammifero di prendersi cura dei neonati, facendo nascere un’irrefrenabile desiderio di portarne uno a casa ad accudirlo. I venditori giocano proprio su questo istinto biologico, ponendo i cuccioli in vista in una vetrina, perchè è più alta la probabilità che le persone abbiano desiderio di acquistarli. In questo momento dobbiamo però porci le domande giuste: perchè questi cuccioli si trovano in una vetrina, invece di stare con la loro mamma? E soprattutto, da dove vengono?  Da un allevamento, si potrebbe pensare. Cosa c’è di male in fondo? Passano qualche tempo nel negozio, ma sono cresciuti in un allevamento, con la mamma e persone specializzate che se ne prendono cura...


Sicuramente provengono da un “allevamento”, ma la domanda successiva è: quale allevatore responsabile, interessato ai suoi cani, prenderebbe i suoi cuccioli per metterli in una vetrina di un negozio, infischiandosene di chi li adotterà, senza neanche sapere in che mani andranno? E’ chiaro che all‘ “allevatore” che ha fatto nascere questi cuccioli, del loro bene interessa ben poco, esponendoli in un negozio dove potrebbero essere acquistati impulsivamente da chiunque, anche da chi potenzialmente li abbandonerà pochi mesi dopo… “L’allevatore” in questione quindi, vende prodotti. Visto che i cuccioli sono prodotti, anche la mamma di questi cuccioli non deve essere vista come qualcosa di diverso da un prodotto.
Le madri, ovvero le fattrici, sono nella maggioranza dei casi in allevamenti a batteria, dove vivono in gabbie e svolgono la loro funzione di produttrici di cuccioli, sfruttate dal loro primo calore: questi sono i canifici, le cosiddette puppy mills, allevamenti intensivi che producono cuccioli di ogni razza tutto l’anno e in grande quantità. In questi allevamenti a batteria, vi sono più cani, ovviamente non di una sola razza, perchè si possano coprire tutte richieste e in tutti i periodi.
Le condizioni di vita di questi cani sono casi di estremo maltrattamento fisico e psichico: igiene carente o assente, animali stipati in gabbie a vita, a volte molto piccole, alimentazione scadente: lo scopo è produrre un maggior numero di “prodotti” al minor costo possibile. Nella maggioranza dei casi, i canifici si trovano nei paesi dell’est, proprio perchè il prezzo di un cucciolo è favorevole, all’incirca 30-50 euro, che in questi paesi è comunque economicamente considerabile. (il cucciolo che in negozio pagherai dagli 800 euro in sù!). Molto spesso la nazione da cui provengono è l’Ungheria. Dopo essere stati allontanati prematuramente dalla madri (a circa 30 giorni), questi cuccioli vengono importati in Italia, trasportati in camion, senza vaccini e molti di loro muoiono nel trasporto.

Da un punto di vista comportamentale, un cucciolo di negozio, che viene dall’est, è sicuramente svantaggiato in diversi ambiti.
Le condizioni in cui vivono i genitori, e nelle quali vengono allevati dei cuccioli, sono un aspetto fondamentale per la formazione della personalità e  il futuro equilibrio del cane adulto.
Lo sviluppo comportamentale del cane inizia con il periodo pre-natale (a livello endouterino nella gestazione della madre) e prosegue dopo la nascita con la maturazione e formazione del sistema nervoso centrale. E’ stato provato che lo stato di stress della madre influisce sui feti, i quali reagiscono alle contrazioni prodotte dalle sostanze chimiche presenti in caso di stress.
I cuccioli di madri che hanno subito situazioni di forte stress durante la gravidanza, o tenute in condizioni inappropriate, sono soggetti più fragili da un punto di vista comportamentale, soprattutto per quanto riguarda la capacità di adattarsi a situazioni nuove, e la stabilità emotiva. Questo li rende soggetti più predisposti a problemi comportamentali.
Inoltre vanno considerate tutta una serie di accortezze per il corretto allevamento di una cucciolata, che di certo non vengono prese in considerazione in un ambiente degradante come quello dei canifici.
Come se non bastasse, questi cuccioli, già nati in condizioni debilitanti, vengono ulteriormente penalizzati per essere allontanati prematuramente dalla madre.
Prelevare un cucciolo a 30 giorni dalla mamma e dalla cucciolata, è totalmente sbagliato e contro natura. Cuccioli allontanati così presto, non possono apprendere competenze fondamentali come l’inibizione del morso, gli autocontrolli, le regole sociali che fanno parte della comunicazione canina. E’ la madre (se competente e matura) che dalle 5 settimane di età interviene durante il gioco fra i cuccioli, insegnando a modulare il gioco e a controllare il morso, queste lezioni sono importantissime per un sano sviluppo comportamentale del cane. Da questo punto di vista separare i cuccioli dalla madre prima dei 60 giorni di età è inconcepibile, e può portare a vere e proprie patologie comportamentali, come la sindrome da ipersensibilità/iperattività. Proprietari inesperti non possono neanche riconoscere cosa hanno di fronte, una vera e propria patologia, e si trovano ad avere a che fare con problematiche per loro molto difficili da gestire, purtroppo senza saperne la causa, e purtroppo saranno loro a pagarne le conseguenze, in termini emotivi ed economici.
Inoltre la figura d’attaccamento primario ha un’importanza fondamentale e se vengono fatti errori in questo periodo, ci sarà più difficoltà a concepire il distacco.




Questi aspetti totalmente ignorati nella vendita degli animali nei negozi, hanno conseguenze negative sul cucciolo che ci si porta a casa. Si spendono anche cifre ingenti per un cucciolo che sarà un cane adulto problematico.

I diversi tipi di problemi comportamentali riscontrati nei cani provenienti dall’est, allevati scorrettamente ed esposti nei negozi sono: mancanza di auto-controlli, iperattività, problemi nella comunicazione sociale intraspecifica, difficoltà ad imparare a sporcare lontano dal posto dove mangiano e dormono, difficoltà a rilassarsi, difficoltà con il distacco dalla figura di attaccamento.Intorno ai due mesi di vita gli anticorpi con cui la madre ha provveduto a difendere il cucciolo contro virus e batteri iniziano a diminuire e per questo intorno al 55°giorno di vita al cucciolo viene effettuata la prima vaccinazione contro cimurro, epatite e la parvovirosi, vaccinazione che inizia a produrre completamente i propri effetti dopo circa 5 giorni. E’ ovvio quindi che anche dal punto di vista della profilassi sanitaria è impensabile staccare il cucciolo dalla madre prima del compimento dei 60 giorni. Questi cuccioli allontanati così precocemente dalle madri, avranno un sistema immunitario debilitato, per cui alcuni di loro moriranno, e quelli che sopravvivono non hanno avuto le migliori condizioni di svilupparsi, per cui ne deriva un cane molto debole, più predisposto ad ammalarsi, rispetto agli altri cani opportunamente gestiti.
L’altro aspetto fortemente svantaggioso è quello riguardante l’alimentazione, che non viene curata, i cuccioli allontanati precocemente inoltre, vengono svezzati prima del tempo, creando problemi di digestione, e predisponendo quindi a  problematiche alimentari di intolleranze e difficoltà con il cibo.
Quando si sceglie un cucciolo di razza, teoricamente dovrebbero interessarci determinate caratteristiche morfologiche e caratteriali che molto spesso nei cuccioli del pet shop sono assenti! Questo perchè non c’è una selezione dei genitori, nè sulla morfologia, nè tanto meno sul carattere, e soprattutto sulle malattie ereditarie specifiche per quella tipologia di cane.
Allora, cosa fare?
La vendita di animali nei negozi dovrebbe essere vietata dal governo e regolata da opportune leggi. Al momento tutto quello che possiamo fare è molto semplice: NON COMPRARE MAI UN CUCCIOLO IN UN NEGOZIO DI ANIMALI! Per nessuna ragione. Non si sta salvando nessuno, ma si contribuisce all’esistenza stessa del fenomeno. Questo è valido a maggior ragione anche per i cuccioli venduti su siti internet o alle fiere.
Quando si desidera un cane, le opzioni sono: canile o allevamento responsabile. Se si desidera un cane di razza, si può scegliere anche di cercarlo in canile, attraverso i “Rescue” di razza, ovvero associazioni che si occupano di salvare i cani di una specifica razza da situazioni di abbandono o canile, e di proporli in adozione.
L’altra opzione è un allevamento serio: è facile riconoscerlo, alleva solo una razza, non importa i cani, non è un centro di smercio, non ha cuccioli disponibili tutto l’anno, bensì programma con attenzione le cucciolate nel rispetto dei suoi cani, e dell’enorme quantità di tempo che richiede la cagna in gestazione e la nascita dei cuccioli, delle cure e soprattutto della corretta socializzazione. E’ disponibile a farvi visitare più volte l’allevamento, e a conoscere i suoi cani. Soprattutto valuta gli aspiranti proprietari perchè interessato al futuro dei cuccioli.

In allevamento controllate le condizioni dei cani, come e dove sono tenuti, se hanno possibilità di uscire regolarmente, e per quanto riguarda i cuccioli, attenzione anche a chi li tiene solo ed esclusivamente nel box, o in un ambiente senza stimoli: questo gioca un grave tiro alla socializzazione e conduce a patologie comportamentali come la sindrome da privazione sensoriale.Inoltre un allevatore che si rispetti, non avrà problemi a darvi garanzie sul cucciolo, sulla tipicità ed il carattere, a certificare l‘assenza di malattie ereditarie nei genitori, e a farveli conoscere, se presenti entrambi o almeno la madre.
L’iter per cui si dovrebbe arrivare ad accogliere un cane in casa non è: passo davanti a un negozio – vedo un cucciolo irresistibile di una qualsiasi razza di cui non so neanche le caratteristiche (e che quindi qualcun'altro ha scelto per me) – decido di comprarloma piuttosto potrebbe essere:
Desidero fortemente un cane come compagno di vita – valuto con attenzione tutto quello che comporta condividere la propria vita con un altro essere vivente per un lungo periodo, in termini di tempo, e di impegno – scelgo consapevolmente quale tipologia di cane è adatta al mio stile di vita, se di razza o non – decido a chi rivolgermi, ovvero canile, associazioni o allevamento serio – aspetto con pazienza il momento migliore per accogliere il cane che ho scelto.

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