martedì 1 novembre 2016

I parassiti più comuni, conosciamone ogni aspetto

Le malattie parassitarie del cane: i parassiti cutanei

- PULCI
Le pulci (in prevalenza del genere Ctenocephalides) sono parassiti molto comuni negli animali da compagnia, anche nei soggetti che non escono di casa. L’insetto adulto vive sul corpo dell’animale, annidandosi tra il suo pelo e nutrendosi del suo sangue.
Una singola pulce può vivere alcune settimane e le femmine producono fino a 50 uova al giorno.
Le uova cadono nell’ambiente, su tappeti, divani, letti, nelle fughe delle piastrelle ecc. Dalle uova, attraverso un ciclo che prevede la formazione di un bozzolo e di larve, si svilupperanno le pulci adulte, pronte a saltare sul primo cane nelle vicinanze.

Cani e gatti si infestano più facilmente all’esterno, in luoghi frequentati da altri animali infestati. Tuttavia, l’infestazione è possibile anche nei soggetti che vivono sempre in casa perché le pulci possono essere veicolate all’interno accidentalmente in vari modi. Basta una sola pulce femmina per iniziare il ciclo di infestazione.

Nelle stagioni calde la presenza di pulci è maggiore, ma questi insetti possono vivere indisturbati nelle case tutto l’anno, grazie alle condizioni a loro favorevoli garantite dal riscaldamento. Per questo, le pulci possono causare problemi a cani e gatti in qualsiasi stagione. A seconda delle condizioni di umidità e temperatura dell’ambiente, il ciclo biologico della pulce può durare da 12 giorni a 6 mesi.
Le pulci del cane e del gatto possono infestare anche l’uomo, ma ciò accade raramente perché, potendo, preferiscono parassitare gli animali.

Sintomi e diagnosi
I sintomi più frequentemente causati dalle pulci nei nostri animali sono prurito, irritazione e arrossamento della cute, mordicchiamento e leccamento frequenti e perdita di pelo. Le lesioni e il prurito sono maggiori sul dorso e attorno alla base della coda, dove le pulci si concentrano. Tuttavia, non è facile osservare le pulci tra il pelo dell’animale, per le loro piccole dimensioni e per la rapidità con cui si spostano.
È invece più facile vedere sulla cute e tra il pelo le loro feci, che appaiono come puntini neri simili a granelli di sabbia scuri o a fuliggine.
CICLO VITALE DELLA PULCE: UOVA, LARVA, PUPA, ADULTA.

Per confermare che si tratti di feci di pulci, se mettiamo un po’ di questo materiale su un foglio di carta da cucina bagnata osserveremo la formazione di un alone marrone attorno a ciascun puntino: si tratta del sangue del cane, ingerito dalla pulce e presente nelle sue feci. Forti infestazioni, soprattutto negli animali giovani, possono causare anemia. Inoltre, la pulce può trasmettere al cane la tenia Dipylidium caninum, un parassita intestinale.
LE DIMENSIONI DI UNA PULCE ADULTA





Un’altra condizione piuttosto frequente è l’allergia da morso di pulce o DAP (dermatite da allergia alle pulci). In questo caso, l’animale può presentare un prurito insopportabile anche in presenza di una singola pulce a causa di un’allergia alla sua saliva. In questi soggetti i sintomi dell’infestazione possono essere più gravi, con prurito intenso, escoriazioni cutanee diffuse, perdita di pelo e infezioni cutanee secondarie.
Trattamento e controllo
La lotta alle pulci può avvalersi oggi di prodotti molto validi e di facile applicazione, come fialette da applicare sulla cute o compresse per via orale. Il trattamento si effettua una sola volta al mese, in genere da marzo a novembre, cioè nella stagione di maggiore replicazione delle pulci. Tuttavia, il veterinario potrà consigliare un prolungamento del trattamento anche d’inverno, a seconda dei casi, dato che le pulci sopravvivono e si replicano anche in questa stagione grazie al riscaldamento delle case.
Tutti gli animali presenti in casa devono essere trattati contemporaneamente (cani, gatti, conigli e furetti). Occorre tuttavia chiedere consiglio al veterinario, perché alcuni prodotti antiparassitari non possono essere applicati indifferentemente su tutte le specie. Il trattamento deve poi essere costante per tutto l’anno nei soggetti con allergia al morso di pulce (DAP) e negli eventuali animali conviventi non allergici.
Alcuni dei nuovi prodotti tra l’altro non si limitano a eliminare le pulci adulte sull’animale ma impediscono anche lo sviluppo delle larve dalle uova presenti nell’ambiente.
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ZECCHE
Le zecche sono artropodi appartenenti alla classe degli aracnidi, quindi imparentate con i ragni. Sono parassiti esterni degli animali e occasionalmente dell’uomo che si nutrono del sangue dei loro ospiti, causando debilitazione e rischio di trasmissione di alcune malattie infettive.
Le zecche del cane appartengono alla famiglia delle Ixodidae (zecche dure) e le più frequenti sono:
- Rhipicephalus sanguineus: parassita soprattutto il cane e può trasmettergli in particolare la babesiosi (o piroplasmosi) e l’ehrlichiosi (in aumento negli ultimi anni). All’uomo può trasmettere la rickettsiosi (febbre bottonosa);
- Ixodes ricinus (zecca dei boschi): parassita soprattutto cane ed uomo, uccelli e roditori. Può trasmettere la malattia di Lyme (borreliosi), sia al cane che all’uomo;
- Dermacentor reticulatus: può trasmettere al cane la babesiosi.


Il ciclo vitale delle zecche
Il ciclo vitale delle zecche dure è composto da quattro fasi successive di sviluppo (uovo, larva, ninfa e adulto) che necessitano di tre ospiti diversi. Ogni stadio vitale della zecca (tranne l’uovo) richiede un pasto di sangue prima di passare allo stadio successivo, tuttavia le zecche possono resistere per lunghi periodi di tempo a digiuno.
Le zecche sono dotate di un lungo rostro, una specie di arpione che infiggono nella cute per succhiare il sangue. Le femmine adulte di zecca si nutrono del sangue del loro ospite potendo aumentare di oltre 100 volte il loro peso. Il pasto di sangue, durante il quale la zecca rimane costantemente attaccata all’ospite, può durare giorni o settimane.

Terminato il pasto di sangue, le zecche si staccano dall’ospite e depongono nell’ambiente da 100 a 6000 uova, secondo la specie, in zone appartate con una vegetazione fitta. Le uova si schiudono in due settimane e da esse emergono le larve, che si spostano nell’erba alla ricerca di un ospite per compiere il loro primo pasto di sangue. Individuato l’ospite, di solito un uccello o un roditore, le larve vi restano attaccate per diversi giorni e poi si lasciano cadere a terra. La fase di ninfa inizia dopo che è stato completato il primo pasto di sangue. Le ninfe rimangono inattive durante l’inverno e ricominciano a muoversi in primavera, mettendosi alla ricerca di un ospite, di solito un roditore, un animale da compagnia o una persona. Dopo questo pasto di sangue, le zecche nuovamente si lasciano cadere dall’ospite e passano alla fase adulta. Per tutto l’autunno, gli adulti di sesso maschile e femminile cercano un ospite, che è ancora una volta di solito un roditore, un altro animale o una persona.

La femmina adulta rimane sull’ospite a nutrirsi per 8-12 giorni e si accoppia mentre è ancora attaccata al suo ospite; in seguito maschi e femmine cadono a terra e i maschi muoiono. La femmina rimane inattiva durante l’inverno e in primavera depone le uova in un luogo appartato. Se gli adulti non riescono a trovare un animale ospite in autunno, possono sopravvivere tra le foglie morte fino alla primavera.

Come avviene l’infestazione?
Le zecche aspettano nell’erba il loro ospite di passaggio e quando lo trovano vi si arrampicano velocemente. Sono attirate verso l’ospite dal movimento, dal calore emesso dal corpo e dall’anidride carbonica esalata. Il morso di una zecca in genere è completamente indolore.
Cosa causano?
Nella stragrande maggioranza dei casi l’infestazione da zecche è solo una parassitosi esterna risolvibile con un trattamento antiparassitario. Tuttavia, esiste il rischio, se pur piuttosto basso, che la zecca trasmetta importanti malattie infettive. Infine, il parassita può causare una rara reazione detta paralisi da zecche, causata dalle neurotossine inoculate nell’ospite.
Fortunatamente, occorrono parecchie ore prima che la zecca salita su un ospite possa trasmettergli un’eventuale malattia infettiva (circa 48 ore). La trasmissione degli agenti patogeni avviene infatti quando la zecca inocula nell’ospite la sua saliva, cosa che avviene solo un certo tempo dopo essere salita sull’ospite. La rapida rimozione delle zecche dall’animale e la regolare effettuazione dei trattamenti antiparassitari favorisce la prevenzione della trasmissione delle malattie.
Come prevenire l’infestazione del cane
Esistono diversi prodotti antiparassitari che permettono di uccidere le zecche presenti sull’animale e/o di prevenire l’infestazione. Alcuni sono efficaci anche per il controllo di altri parasti esterni, quali pulci e pidocchi. Sono disponibili in forma di fialette spot on, da applicare tra le scapole, oppure come spray o collari. Il veterinario saprà indicare il prodotto più adatto, anche in base allo stile di vita dell’animale e al conseguente rischio di infestazione.

Come rimuovere le zecche
Per individuare le zecche occorre esplorare con le mani tutto il corpo dell’animale, tenendo conto che si localizzano preferibilmente su testa, padiglioni auricolari, collo e tra le dita, ma che possono trovarsi in qualunque zona del corpo.
Dopo una passeggiata in boschi, prati e campi (soprattutto dove hanno sostato greggi di pecore) bisogna controllare l’animale e asportare prontamente le zecche eventualmente presenti.
Dopo aver scostato il pelo e aver verificato che si tratti realmente di una zecca (deve avere le zampe) e non di neoformazioni cutanee, capezzoli ecc, con delle pinzette (tipo quelle per le ciglia) bisogna afferrare la zecca alla base, cioè il più vicino possibile al punto di infissione nella cute e tirare delicatamente ma con decisione con un movimento costante verso l’alto, senza torcere o schiacciare la zecca. È utile anche immobilizzare la cute accanto alla zecca con le dita dell’altra mano.
È importante evitare di schiacciare la zecca durante la rimozione. Un errore comune è quello di applicare sulla zecca sostanze tipo alcol, benzina o vaselina, per tramortirla. Ciò può causare il rigurgito di saliva della zecca nella ferita cutanea e la trasmissione all’animale di eventuali agenti infettivi o di sostanze tossiche.


Dopo la rimozione, verificare di aver asportato tutta la zecca, compreso il rostro. Tuttavia, anche se quest’ultimo dovesse rimanere infisso nella cute, non vi sono conseguenze gravi per l’animale, se non una modica reazione locale. La parte va pulita con un disinfettante. È normale che nel punto in cui la zecca era infissa si formi successivamente un piccolo nodulo (un granuloma causato dall’infiammazione), che può restare per alcune settimane.
La zecca rimossa può essere posta in un recipiente ermetico (ad esempio un barattolo) contenente alcol, nel caso si intenda farla identificare, oppure deve essere eliminata senza schiacciarla e possibilmente bruciandola.
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DERMATITE DA MALASSEZIA





Come si manifesta?
La dermatite da Malassezia è una malattia sostenuta da lieviti (funghi) che sono presenti in condizioni normali sulla cute del cane e del gatto, in basso numero. I lieviti possono moltiplicarsi e provocare la malattia, che si osserva più frequentemente in animali con altre malattie dermatologiche (malattie allergiche). È piuttosto frequente nel cane e rara nel gatto.
Gli animali con dermatite da Malassezia manifestano prurito intenso ed emanano un cattivo odore. Le lesioni cutanee sono eritema (arrossamento della pelle), esfoliazione (forfora) e aspetto untuoso delle zone interessate. Nei casi cronici si possono osservare anche ispessimento e colore scuro della pelle. La malattia è spesso associata ad otite esterna e possono essere colpite anche le unghie: in questo caso si osserva un materiale untuoso di colore scuro alla base delle unghie. Nel gatto, la dermatite da Malassezia può essere osservata in presenza di allergie o gravi malattie sistemiche virali o neoplastiche.


Come si diagnostica?
L’esame citologico è solitamente sufficiente per la diagnosi grazie alla facilità di identificazione dei lieviti, a forma di arachide. Negli animali con dermatite da Malassezia ricorrente è necessario approfondire le indagini diagnostiche per identificare la malattia concomitante che predispone alla moltiplicazione incontrollata dei lieviti.


Quali sono le possibilità terapeutiche?
L’uso di farmaci antimicotici per via topica e/o sistemica è efficace per eliminare i lieviti e deve essere continuato per almeno 3-4 settimane.

PREVENZIONE 
per le orecchie evitare di lasciarle umide, pulire periodicamente con aceto di mele o prodotti naturali con proprietà antimicotiche, togliere i pelo in eccesso che impediscono all’orecchio di ossigenersi, soprattutto nei cani con orecchie pendule

Qual è la prognosi?
La prognosi è favorevole, anche negli animali con dermatite da Malassezia ricorrente, se viene identificata e trattata la malattia concomitante.

                                                  ROGNA SARCOPTICA (SCABBIA)



La rogna sarcoptica, conosciuta anche come scabbia, è causata dal parassita Sarcoptes scabiei. Questi acari microscopici possono infestare la cute del cane o del cucciolo causando numerosi problemi cutanei, i più comuni dei quali sono la perdita di pelo e un intenso prurito. Benché possa infestare anche altri animali (gatti, furetti, volpi) e l’uomo, questo acaro specifico preferisce trascorrere la sua breve vita sul cane. Ciascuna specie di acaro predilige infatti un ospite specifico.
Quali sono i cani a rischio?
La rogna sarcoptica può essere osservata in cani di tutte le età e razze.
Qual’è il ciclo vitale del parassita Sarcoptes scabiei?
L’acaro in genere trascorre tutta la sua vita sul cane. La femmina scava dei tunnel nella cute dell’animale e vi depone le uova, continuando a scavare in profondità, al punto che i tunnel possono raggiungere la lunghezza di alcuni centimetri. Dopo aver deposto le uova, la femmina muore. Nel corso di 3-8 giorni, dalle uova schiudono le larve, caratterizzate dall’avere solo 6 zampe, anziché 8 come il parassita adulto. Le larve si trasformano in ninfe, con 8 zampe. Le ninfe si sviluppano poi di in adulti, sempre all’interno dei tunnel. Gli adulti si accoppiano e il processo continua con una nuova deposizione di uova. L’intero ciclo vitale richiede 2-3 settimane.
Gli acari possono sopravvivere nell’ambiente per alcuni giorni; nei climi freschi e umidi possono sopravvivere fino a 22 giorni lontano dall’ospite. Alle normali temperature domestiche vivono in genere per 2-6 giorni. Grazie a questa capacità, l’infestazione del cane può avvenire sia per contatto diretto con un animale infestato, sia attraverso l’ambiente.


Quali sono i sintomi?
Sono vari, ma in genere includono la perdita di pelo e la presenza di un intenso prurito localizzato soprattutto a gomiti, orecchie, ascelle, garretti, torace e addome. Gli acari preferiscono infatti le zone in cui la cute è coperta da pochi peli.
Nelle infestazioni gravi, tuttavia, le lesioni possono essere presenti in tutto il corpo. Sulla cute possono essere presenti papule, pustole rossastre, squame e croste giallastre. A causa del forte prurito, si possono poi osservare lesioni indotte dal grattamento, che possono infettarsi. Il prurito sembra peggiorare con l’aumento della temperatura, come in casa e vicino a fonti di calore. La cute si ispessisce e assume un colore più scuro, fino a divenire nerastra nelle infestazioni croniche.
A causa dell’intenso prurito, a volte la rogna sarcoptica viene confusa con una condizione allergica (atopia); tuttavia, se il cane non ha una storia clinica di allergie e se il prurito non è stagionale, si deve sospettare la rogna.


Come si diagnostica?
La diagnosi di rogna canina può essere molto frustrante. Il metodo standard consiste nell’effettuare un raschiamento cutaneo e identificare gli acari al microscopio. Sfortunatamente, solo nel 20% circa dei cani infestati il raschiato cutaneo è positivo (presenza di acari); questo significa che un raschiato negativo non esclude la presenza della rogna sarcoptica. La maggior parte delle diagnosi sono dunque basate sull’anamnesi e sulla risposta al trattamento. Esiste oggi anche un esame del sangue (sierologico) che identifica gli anticorpi verso il parassita.

Come si cura?
In passato il trattamento era costituito da bagni antiparassitari, efficaci ma piuttosto scomodi di effettuare. Oggi esistono prodotti molto più pratici, che prevedono un’applicazione topica al mese, alcuni dei quali forniscono contemporaneamente protezione verso la filaria, le pulci e le zecche. Esistono anche farmaci iniettabili e per via orale. Tutti questi prodotti devono comunque essere indicati dal veterinario e utilizzati sotto il suo controllo.
Un bagno cheratolitico e antiseborroico può facilitare la terapia. Anche l’ambiente, soprattutto nei luoghi dove il cane riposa, può essere trattato con un insetticida ad effetto prolungato. Il trattamento deve essere effettuato anche su tutti i cani a contatto con il soggetto infestato.

È possibile contrarre la rogna dal proprio cane?
È possibile, anche se la rogna indotta dall’acaro del cane, Sarcoptes scabiei, nell’uomo è generalmente autolimitante e causa un prurito temporaneo.